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05 febbraio 2024

Attivo entro fine anno l’impianto di Iren Ambiente per i Raee nell’aretino

Investiti 5 milioni per la struttura di Terranuova Bracciolini capace di recuperare oro, argento, palladio e rame.

Leonardo Testai

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Sia pur in ritardo rispetto ai primi annunci del 2022, è ora prossimo alla realizzazione il nuovo impianto a Terranuova Bracciolini (Arezzo) per il trattamento dei Raee, per il quale Iren Ambiente investirà 5 milioni di euro. Quello presentato a Firenze dalla multiutility insieme a Regione Toscana e Comune di Terranuova Bracciolini è il primo progetto in Italia per l’estrazione di metalli preziosi da schede elettroniche che utilizza un processo idrometallurgico a ridotto impatto ambientale.

“Noi prevediamo tra ottobre e novembre di fare le prove di esercizio – ha affermato Eugenio Bertolini, amministratore delegato di Iren Ambiente – per essere sostanzialmente operativi entro la fine dell’anno. L’investimento è di 5 milioni, di cui la stragrande maggioranza legata all’impianto: sono già stati fatti tutti gli ordini. I produttori, che sono ad Arezzo, hanno l’impegno di consegnarci l’impianto che poi deve essere costruito entro il mese di luglio, quindi entro 6 mesi”.

Oro e argento recuperato e tracciabile

L’impianto e realizzato con la tecnologia Re4m di Osai Automation System che promette, in combinazione con le tecnologie del partner Btt Italia, elevati livelli di efficienza con bassi impatti ambientali. La prima fase è dedicata al distacco, selezione e raccolta dei componenti elettronici dalle schede elettroniche, e la seconda fase alla separazione e affinazione dei metalli preziosi contenuti nei componenti elettronici, tramite un processo idro-metallurgico; il rifiuto viene prima trasformato in nuova materia prima, per poter poi essere inserito nuovamente all’interno di processi produttivi, in ottica di economia circolare.

Dall’impianto, che a regime avrà una capacità di trattamento di oltre 300 tonnellate di schede elettroniche all’anno, arriveranno quasi 200 kg d’oro, quasi 200 kg di palladio e di argento, e oltre 100 tonnellate di rame, “che chiaramente verranno reimmesse all’interno del mercato”, dice Bertolini, spiegando che “potremo in qualche modo mappare, certificare la provenienza, la gestione e il riutilizzo di questi materiali, quindi dando anche alle aziende che ci conferiranno questi materiali la possibilità di certificare all’interno dei loro bilanci di sostenibilità cosa ci hanno dato e dove questo materiale viene recuperato”. Il trattamento dei Raee che verrà applicato a Terranuova Bracciolini, secondo Iren, permette di ridurre il consumo energetico e di produrre una quantità di CO2 venti volte inferiore a quella prodotta nei processi estrattivi tradizionali.

Istituzioni soddisfatte: “E’ una miniera urbana”

Per Monia Monni, assessore regionale all’economia circolare, il nuovo impianto Iren per i Raee rappresenta “una miniera urbana che dialogherà con il tessuto produttivo circostante, che è molto significativo: sappiamo che nell’Aretino è insediato uno dei distretti orafi più importanti del paese”. Monni ha ricordato che l’impianto era stato “proposto nell’ambito dell’avviso pubblico esplorativo che è stato alla base del nuovo piano di economia circolare. E’ un impianto che risponde a pieno all’avviso e alle aspettative della Regione. E’ un impianto tecnologicamente molto evoluto, e sarà significativo anche sul panorama nazionale”.

“Siamo davvero soddisfatti – ha aggiunto Sergio Chienni, sindaco di Terranuova Bracciolini – di veder nascere il primo impianto di recupero Raee del Valdarno. Un passo fondamentale nella costituzione del primo distretto di economia circolare del nostro territorio”. Fabio Benetti, amministratore delegato di Osai, sottolinea che l’azienda “contribuirà a supportare i principali player nazionali ed internazionali impegnati nella transizione ecologica e nel sostegno all’economia circolare verso un recupero sostenibile delle risorse dai prodotti in disuso, mettendo a disposizione le migliori tecnologie e competenze maturate in oltre 30 anni di attività del Gruppo nel settore dell’automazione industriale”.

Iren crede nella Toscana: “E’ la quarta gamba dei rifiuti”

L’impianto di Iren per il trattamento dei Raee è una nuova dimostrazione di come la multiutility del Nord-Ovest punti forte sulla Toscana, dove è presente dal 2001 tramite la livornese Asa spa (servizio idrico integrato e distribuzione gas), e dal 2020 è entrata nel business dei rifiuti nell’Ato Toscana Sud che comprende le province di Arezzo, Grosseto e Siena e sei Comuni della provincia di Livorno.

“Per il gruppo Iren la Toscana, almeno per la parte rifiuti, è diventata una ‘quarta gamba’, oltre alle nostre classiche del Piemonte, dell’Emilia Romagna e della Liguria”, ha confermato Bertolini, spiegndo che nel tempo “siamo arrivati all’acquisizione e al consolidamento di Sei Toscana, che è il soggetto gestore del ciclo dei rifiuti nell’Ato Sud, quindi Siena, Arezzo, Grosseto e un pezzettino del livornese, e abbiamo acquisito una serie di impianti coerenti con la nostra attività nel perimetro dell’Ato Sud, parliamo del Tmb di Futura, del Tmb che si chiama Tb. Dall’1 gennaio attraverso un accordo costruttivo con il territorio senese siamo nelle condizioni di consolidare anche dal punto di vista di bilancio, e quindi dal punto di vista del perimetro aziendale, anche Sienambiente, cosa che ci consente di essere l’operatore principale dell’Ato Sud, ma anche uno degli operatori principali in Toscana”.

L’ultima autorizzazione, ha ricordato l’ad di Iren Ambiente, “è stata quella dell’impianto di Scarlino, dove abbiamo una grande volontà di investimento, chiaramente legata anche a un mercato delle materie prime e dell’energia che in questi ultimi anni ha avuto dei grossi condizionamenti e delle grosse modifiche. Quindi anche su questo vogliamo andare avanti, chiaramente con la cautela di fare impianti che poi servono per il territorio, e rendano chiaramente per quello che deve essere un investimento di dimensioni come sarà quello di Scarlino”.

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Leonardo Testai

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