di Nicola Perini, presidente di Confservizi Cispel Toscana.
Togliere dal decreto Superbonus gli emendamenti che prevedevano di sottrarre il settore dei rifiuti solidi urbani dalle attività di regolazione economica e tariffaria dell’Autorità di riferimento, ARERA, è stato un successo di squadra. Secondo l’associazione regionale che riunisce, tra le altre, le aziende di gestione del ciclo dei rifiuti urbani, l’iniziativa era infatti metodologicamente sbagliata, e proposta in una modalità al di fuori di un dibattito argomentato e in un provvedimento che niente ha a che vedere con i rifiuti urbani.
Il settore dei rifiuti urbani infatti vale 12 miliardi di fatturato annuo, con investimenti previsti per 2,5 miliardi di euro per raggiungere gli obiettivi dell’economia circolare, e che ha assoluto bisogno di un contesto regolatorio nazionale stabile e autorevole, che consenta agli operatori pubblici e privati di sviluppare le proprie attività e di promuovere investimenti strategici in un contesto legale chiaro.
Affidare alla regolazione di ARERA nel 2018 il settore fu una scelta lungimirante, dopo i buoni risultati che l’Autorità nazionale aveva ottenuto nell’energia, nel gas e nel servizio idrico integrato. Grazie ad un quadro regolatorio maturo e moderno, questi settori sono cresciuti di anno in anno, migliorando la qualità dei servizi a cittadini ed imprese, aumentando costantemente il valore degli investimenti, promuovendo la crescita industriale dei settori e la transizione ecologica ed energetica. Questo effetto si sta producendo anche nel settore rifiuti urbani, grazie alla regolazione di questi primi cinque anni, consentendo ad un comparto che presentava criticità in termini di frammentazione gestionale, bassi investimenti, diversi livelli di qualità dei servizi e diverse dotazioni infrastrutturali ed impiantistiche, di crescere e guardare alle sfide del futuro.
Per l’Associazione di categoria dunque, grazie ad ARERA si stanno facendo passi avanti importanti in un settore da sempre caratterizzato da influenze localistiche che ne hanno impedito la modernizzazione, e regole di funzionamento spesso opache e disomogenee. L’emendamento, proposto tra gli altri dal senatore Lotito, che evidentemente dopo aver portato confusione nel mondo del calcio voleva portarla anche nel settore dei rifiuti, puntava a destrutturare questo percorso, togliendo ad ARERA ogni competenza economica e tariffaria e lasciando all’Autorità solo la regolazione della qualità dei servizi, facendo fare al settore un salto indietro del tutto ingiustificato. Un colpo di mano che avrebbe messo in crisi un settore chiamato ad un forte sforzo di innovazione ed investimento per raggiungere gli obiettivi dell’economia circolare: impianti di riciclaggio in tutte le filiere, impianti di recupero energetico e riciclo chimico, digitalizzazione dei servizi di raccolta. È vero che il comparto rifiuti urbani presenta degli aspetti specifici e richiede quindi una specifica regolazione, superando anche alcune criticità emerse dai primi provvedimenti ARERA, ma questo può e deve essere garantito da questa Autorità di regolazione.
La Toscana dei rifiuti urbani oggi, grazie all’organizzazione in tre ambiti territoriali ottimali, all’affidamento dei servizi a tre gestori industriali (Alia, Retiambiente, Sei Toscana), al funzionamento dei diversi impianti di recupero e smaltimento e al lavoro fatto da ARERA, sta ottenendo ottimi risultati, ed è impegnata nella costruzione degli impianti mancanti per garantirsi l’autosufficienza. Per questo motivo, per Cispel e per tutto il sistema delle aziende associate, era necessario scongiurare che gli emendamenti venissero approvati. Un plauso alle associazioni nazionali delle imprese pubbliche e private che inviando una protesta energica al Ministro dell’Ambiente, al quale si sono unite le pressioni di ARERA stessa, di ANEA e delle Regioni, hanno fatto sì che gli emendamenti non venissero presentati. Un ritorno al passato avrebbe messo in discussione la realizzazione in Toscana di quanto previsto nel Piano regionale di Economia Circolare, a svantaggio di tutta la collettività, dei cittadini che devono essere tutelati di fronte a quello che sarebbe stato un brusco passo indietro, privo di giustificazione”.