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06 settembre 2024

Comuni toscani, meno Fusioni più Unioni

Oggi in Toscana ci sono 22 Unioni cui aderiscono 133 Comuni. Alcune sono piccole, altre, come Garfagnana, uniscono una quindicina di Comuni.

Silvia Gigli

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Castelnuovo di Garfagnana

Castelnuovo di Garfagnana

“Se possiamo dire che la stagione delle Fusioni si sia un po’ raffreddata (quella tra Peccioli e Lajatico, pochi mesi fa, è finita con un nulla di fatto ndr), gode invece di buona salute quella delle Unioni”. Simone Gheri, direttore di Anci Toscana, è un forte sostenitore delle alleanze tra i Comuni. “Fare le cose insieme conviene, in qualsiasi modo si scelga di farlo – sostiene -. E’ importante avere progetti comuni e perseguirli insieme perché le sfide si affrontano meglio se si hanno strutture più forti e competenti”.

28 Fusioni contro 22 Unioni con 133 Comuni

Le fusioni sono state la scelta più forte, “ma lavorano bene – fa notare Gheri – dove ci sono alle spalle storie di antiche collaborazioni. Le fusioni a freddo non funzionano” avverte. Oggi in Toscana ci sono 273 Comuni, solo 28 di questi hanno scelto di fondersi diventando così 14. Negli ultimi anni si sono fusi Barberino Val d’Elsa e Tavarnelle Val di Pesa creando il Comune di Barberino Tavarnelle, Rio Marina e Rio nell’Elba che hanno dato vita al Comune di Rio, Pergine Valdarno e Laterina da cui è nato il Comune di Laterina Pergine Valdarno, Montalcino e San Giovanni d’Asso da cui è nato Montalcino, San Marcello Pistoiese e Piteglio con il Comune di San Marcello Piteglio, Abetone e Cutigliano che sono diventati il Comune di Abetone Cutigliano, Sillano e Giuncugnano che sono ora il Comune di Sillano Giuncugnano, San Piero a Sieve e Scarperia diventati il Comune di Scarperia e San Piero, Casciana Terme e Lari, adesso Comune di Casciana Terme Lari, Crespina e Lorenzana, divenute Comune di Crespina Lorenzana, Pratovecchio e Stia, oggi Comune di Pratovecchio Stia, Fabbriche di Vallico e Vergemoli, oggi Comune di Fabbriche Vergemoli, Figline Valdarno e Incisa Valdarno, adesso Comune di Figline e Incisa Valdarno, Castelfranco di Sopra e Pian di Scò, divenuti Castelfranco Piandiscò.

L’unione fa la forza: maggiori finanziamenti per chi si allea

A parte questa manciata di coraggiosi che, grazie alla fusione, hanno ottenuto notevoli risorse e benefici pratici, molti altri Comuni, spiega Gheri, hanno scelto la formula delle Unioni. Oggi in Toscana ci sono 22 Unioni cui aderiscono 133 Comuni. Alcune sono piccole, formate da due o tre Comuni, altre, come quella della Garfagnana, uniscono una quindicina di Comuni. Gheri punta sul rafforzamento delle Unioni con la legge regionale e con la riforma del testo del Tuel (Testo unico degli enti locali) che tuteli maggiormente queste realtà. “Le Unioni sono un organo di governo fondamentale – afferma Gheri -. Possono unirsi su tutto, fare insieme i piani strutturali (e da questo dovrebbe prendere spunto anche la Città Metropolitana), gestire il personale, i tributi, i servizi, la protezione civile. Maggiori sono le loro funzioni, più alti sono i contributi che vengono riconosciuti loro dalla Regione. La delega della forestazione, per esempio, è delle Unioni. Adesso c’è bisogno di strutturarle meglio, far sì, per esempio, che abbiano dei segretari”.

L’Unione tra Comuni è un modo relativamente semplice per ottenere maggiori finanziamenti che servono sia per i cittadini sia per le imprese che operano sul territorio. Fondi regionali, fondi statali, finanziamenti del Pnrr ed europei: tutto è possibile partecipando ai bandi giusti. E insieme è più semplice. “Le Unioni dovrebbero essere organismi intermedi tra i Comuni e la Regione” afferma Gheri. E, laddove un’Unione copra per il 95% un territorio e ottenga finanziamenti richiesti, se un piccolo Comune limitrofo rimane fuori, secondo Gheri dovrebbe essere coinvolto nell’operazione. “Bisogna essere flessibili – conclude – i benefici possono essere allargati”.

Autore:

Silvia Gigli

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