Lo stabilimento Fimer di Terranuova Bracciolini
L’azienda di inverter fotovoltaici Fimer di Terranuova Bracciolini (Arezzo), in crisi finanziaria da tempo, torna nelle mani del gruppo britannico McLaren Applied, cioè degli azionisti a cui era andata nel settembre 2023, prima che il Tribunale di Milano bocciasse il piano di salvataggio presentato dagli stessi insieme col fondo Greybull Capital e dichiarasse lo stato di insolvenza, col passaggio al regime di amministrazione straordinaria.
Il passaggio di mano autorizzato dal ministero delle Imprese
L’asta indetta nel luglio scorso, che riguardava lo stabilimento produttivo del Valdarno in cui lavorano 266 dipendenti e sei consociate estere (India, Singapore, Taiwan, Turchia, Usa e Australia), si è chiusa con l’aggiudicazione, appunto, al gruppo McLaren Applied che ha operato attraverso la società MA Solar Italy Limited. L’operazione è stata autorizzata oggi, 27 novembre, dal ministero delle Imprese e del Made in Italy, su indicazione del ministro Adolfo Urso.
Offerti 26 milioni di euro, dipendenti garantiti per tre anni
McLaren Applied ha offerto 26 milioni di euro presentando un piano industriale che il ministero definisce “dettagliato e caratterizzato da una rilevante crescita prospettica con investimenti futuri per 30 milioni”. La società ha inoltre garantito il mantenimento dei livelli occupazionali per tre anni, prevedendo per tutti i dipendenti un incremento salariale del 2% già a partire dal 2025.
Urso soddisfatto, Fabiani prudente
“Questa aggiudicazione rappresenta un importante risultato, che garantisce continuità industriale e occupazionale, in un percorso di crescita con investimenti in innovazione e competitività”, ha commentato il ministro Urso parlando di “risoluzione positiva della crisi industriale”. “Abbiamo avuto modo di conoscere il soggetto a cui l’azienda è stata assegnata – aggiunge Valerio Fabiani, consigliere per le crisi aziendali del presidente della Regione Toscana – e sappiamo che hanno delle idee sul futuro. Naturalmente attendiamo di conoscere i piani industriali per poterci misurare con qualcosa di concreto”.
Silvia Pieraccini