E’ tempo di riaprire i battenti per le aziende orafe di Arezzo, anche perché l’appuntamento di VicenzaOro incombe: dal 6 al 10 settembre il salone internazionale dell’oro e del gioiello di Vicenza, organizzato da Italian Exhibition Group (Ieg), farà da termometro all’andamento del settore che aveva cominciato l’anno col turbo. Nel primo trimestre 2024 l’export del distretto orafo di Arezzo era più che raddoppiato rispetto all’anno precedente, complice il prezzo dell’oro che si è impennato: da 791 milioni di euro del gennaio-marzo 2023 si è passati a oltre 1,8 miliardi di euro di quest’anno (+133%). Ma da aprile in poi gli ordini hanno rallentato, mentre il prezzo dell’oro non accenna a scendere, e si attesta oltre i 2.500 dollari per oncia.
Impennata dei prezzi dell’oro e guerra in Medio Oriente non aiutano
L’aumento del prezzo dell’oro è considerato un fattore di “disturbo” per il mondo orafo, sia per chi lavora con l’oro prestato dalle banche, sia per chi lavora con l’oro inviato dal cliente. L’altro accadimento non favorevole è il prolungarsi della guerra in Medio Oriente, che frena gli acquisti in un’area di tradizionale sbocco per Arezzo.
La Turchia ha sorpassato gli Emirati Arabi come primo mercato di sbocco
Peraltro nel 2023 il distretto orafo ha registrato una novità assoluta: per la prima volta, la Turchia ha sorpassato gli Emirati Arabi nella classifica dei mercati di sbocco (secondo le elaborazioni di Intesa Sanpaolo su dati Istat): 761 milioni l’export di gioielli aretini verso la Turchia, 685 milioni quelli negli Emirati; al terzo posto gli Stati Uniti con 471 milioni di euro. Nell’intero 2023 l’export del distretto è stato di 3.491,6 milioni di euro, +9,4% rispetto al 2022. Quest’anno, considerando le quotazioni dell’oro, la cifra sarà con tutta probabilità superata ma l’operazione più difficile sarà capire qual è il valore aggiunto che resterà sul territorio. Gli ultimi quattro mesi dell’anno, strategici per le vendite orafe, saranno un bel test da monitorare.
Silvia Pieraccini