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Impresa

26 agosto 2022

Il distretto dei camper si ferma per mancanza di forniture

La domanda è a livelli record ma le aziende della Val d’Elsa e della Val di Pesa non riapriranno dopo le ferie.

Silvia Pieraccini

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Domanda record ma produzione ai minimi. E’ il paradosso dell’estate 2022 nel distretto toscano del camper, tra Val di Pesa e Val d’Elsa dov’è concentrato il 90% della produzione italiana di camper e van (i furgonati più piccoli e maneggevoli, molto richiesti negli ultimi tempi). Nel primo trimestre la produzione si è contratta del 20-25% e l’export (pari a 1 miliardo di euro nel 2021) è sceso del 23%.

Mancano i telai su cui montare la ‘casa viaggiante’

Qui il problema non è tanto legato alla bolletta energetica, ma alla mancanza di componenti, e in particolare dei telai (châssis) su cui viene montata la ‘casa viaggiante’, che sta mettendo in forte difficoltà i tre grandi produttori internazionali che hanno fabbriche in Toscana, i francesi Trigano (con i marchi Rimor, Arca, McLouis, Elnagh, Mobilvetta, Roller Team, Ci) e Rapido (con Giottiline e Pla) e l’americana Thor Industries che controlla la tedesca Hymer (marchi Laika e Etrusco). I fornitori di telai, soprattutto Stellantis e Ford, consegnano a rilento per mancanza dei microchip che azionano la parte elettronica e i produttori di camper – come si spiega sul Sole 24 Ore di oggi, 26 agosto – sono stati costretti a chiudere le aziende per l’intero agosto, nonostante il portafoglio gonfio di ordini: 3,5 miliardi di euro di commesse nei prossimi 24 mesi, secondo le stime del sindacato Cgil. E hanno chiesto la cassa integrazione per la prima settimana di settembre, per mancanza di componenti.

La linea van della Laika starà ferma fino a fine settembre

La Laika di San Casciano Val di Pesa (Firenze), per esempio, terrà ferma la terza linea produttiva, quella dei van inaugurata un anno fa, fino alla fine di settembre per mancanza di telai. La Rimor di Poggibonsi (Siena) ha congelato l’ampliamento della produzione e l’assunzione di 150 addetti in attesa che finisca la crisi dei telai. “I vertici delle aziende di châssis ci hanno garantito un ritorno alla normalità in autunno – spiega Simone Niccolai, presidente di Apc-Associazione produttori camper – cominciamo a vedere la luce in fondo al tunnel, c’è fame di prodotto e voglia delle aziende di attuare i piani di sviluppo”. Il sindacato è preoccupato: “E’ una fase davvero complicata da gestire – spiega Iuri Campofiloni della Fiom-Cgil – sia sul fronte sindacale che imprenditoriale. In ballo c’è un distretto che conta ottomila lavoratori tra diretti e impiegati nella catena di fornitura”.

Crollano le vendite di camper

Il freno alla produzione (per avere un camper nuovo si aspetta fino a 12 mesi) ha rallentato, inevitabilmente, le immatricolazioni: -15,5% nel periodo settembre 2021-giugno 2022 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre i passaggi di proprietà dell’usato – rifugio di chi voleva andare in vacanza in camper – sono saliti del 58% ( e del +139% considerando solo il primo semestre di quest’anno).

Autore:

Silvia Pieraccini

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