Come annunciato nel febbraio scorso, Iren ha inaugurato sul finire del 2024 il nuovo impianto di Podere Rota, nel comune di Terranuova Bracciolini, per il trattamento delle schede elettroniche provenienti dai rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee). Il sito valdarnese, che si estende su una superficie di circa 2.400 mq, rappresenta secondo la multiutility “un unicum a livello nazionale”: l’impianto realizzato da Valdarno Ambiente, società del gruppo Iren, consentirà l’estrazione, la selezione e il recupero di metalli quali oro, argento, palladio e rame, presenti all’interno di schede elettroniche di piccoli elettrodomestici e dispositivi elettronici.
La capacità di trattamento della struttura è pari a oltre 300 tonnellate di schede elettroniche all’anno, che permetterà un recupero medio minimo settimanale di circa 1 kg di oro, 2 kg di argento, 0,5 kg di palladio, 500 kg di rame metallico puro e tra i 600 e 700 kg di rame in polvere, arrivando quindi a quasi 200 kg di metalli preziosi e 57 tonnellate di rame all’anno. Oltre a contribuire allo sviluppo economico dell’area, le attività dell’impianto secondo Iren potranno favorire in particolare sinergie con il distretto orafo aretino, che potrà utilizzare le materie recuperate senza alcuna ulteriore lavorazione.
Il governo benedice il nuovo impianto
“La nostra più grande miniera sono i rifiuti, e la Toscana è una grande regione, ricca, che sta dando contributi importanti e ne sta ricevendo: queste sono opportunità di sviluppo, benessere, occupazione”, ha dichiarato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, all’evento di inaugurazione dell’impianto di Iren. “Quasi il 30% del Pil italiano – ha dichiarato il presidente della multiutility, Luca Dal Fabbro – dipende direttamente o indirettamente da materiali critici come quelli che estraiamo qui oggi. Significa aumentare la nostra autonomia strategica e Iren in questo è il capofila italiano”. Secondo Del Fabbro “questo è il futuro del Paese: l’Italia ripartirà da una reindustrializzazione dei processi in ottica di economia circolare, rigenerazione dei materiali. Qui assumiamo persone, investiamo e vogliamo far crescere nel polo che qui ci ospita una nuova industria italiana”.
Come funziona l’impianto di Iren
La struttura dispone di aree di stoccaggio e un laboratorio chimico che, attraverso analisi spettroscopiche, misurerà la qualità delle schede elettroniche da trattare, quella dei prodotti intermedi e dei metalli riciclati. Nella prima fase di separazione termo-meccanica, le schede elettroniche vengono riscaldate fino a 220 gradi per facilitare il distacco dei vari componenti. Questi vengono poi ulteriormente separati per dimensione e infine triturati. Il secondo processo riguarda il recupero e l’affinazione chimica dei metalli, dove i componenti elettronici triturati passano attraverso due fasi importanti. L’impianto lavora una tonnellata di schede elettroniche per volta, per cui è possibile certificare le quantità di metalli estratte puntualmente superando le modalità di campionamento utilizzate negli impianti di incenerimento tradizionali.
Nella prima fase di Leaching (Lisciviazione) attraverso una reazione chimica con due diverse soluzioni acide, vengono estratti i metalli non nobili come ferro, piombo, stagno, alluminio e rame. I primi vengono smaltiti, mentre il rame viene ulteriormente lavorato per diventare idoneo al riutilizzo. Nella seconda fase di Leaching i componenti triturati vengono trasferiti in sei reattori, dove entrano in contatto con soluzioni acide specifiche per estrarre argento, oro e palladio. Il rame viene purificato tramite un processo elettrolitico, l’argento viene trasformato in cloruro di argento e poi fuso in lingotti, mentre l’oro viene purificato e trasformato in lingotti 24 carati. Infine il palladio viene recuperato sotto forma di sale disciolto in una soluzione liquida.
Un impianto più pulito, meno energia e CO2
Sotto l’aspetto ambientale, l’impianto, che detiene già l’autorizzazione per i requisiti End of Waste, rappresenta secono Iren una best practice per la transizione ecologica: “Il trattamento dei Raee che verrà applicato – sostiene la multiutility – permette infatti di ridurre il consumo energetico e di produrre una quantità di CO2 di almeno tre volte inferiore a quella prodotta nei processi estrattivi tradizionali. Non sono inoltre previsti scarichi idrici di acque industriali: l’acqua usata verrà trattata e quasi totalmente riutilizzata nello stabilimento, mentre le emissioni in atmosfera saranno controllate tramite sistemi di filtrazione e depurazione”.
A testimonianza della vivacità del settore, l’azienda cuneese Nord Engineering, che progetta e realizza sistemi smart di raccolta di rifiuti urbani, ha acquisito il 60% dell’aretina Btt Italia, che progetta e costruisce impianti di recupero e affinazione di metalli preziosi da rifiuti Raee, e ha contribuito alla realizzazione dell’impianto Iren di Terranuova Bracciolini.
Leonardo Testai