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22 novembre 2024

Moda, nasce un altro polo di terzisti (di scarpe) e acquisisce 4 aziende toscane

E’ promosso dall’imprenditore Michele Paris con alcuni fondi d’investimento e punta a essere un riferimento per i marchi del lusso. Si parte da 30 milioni di ricavi.

Silvia Pieraccini
Le solette prodotte da Apam International

Le solette prodotte da Apam International

E’ nata Ftc-Filiera toscana della calzatura, società controllata dalla P4 spa dell’imprenditore Michele Paris e partecipata da Azimut Libera Impresa Sgr (attraverso alcuni suoi fondi di private equity), che punta a diventare un riferimento per i marchi di calzature di lusso aggregando aziende della filiera. Azimut ha sottoscritto, con altri investitori, un aumento di capitale che l’ha portata ad acquisire il 40% circa di Ftc.

Ecco chi è entrato nel polo

Quattro piccole realtà sono già entrate a far parte di questa nuova piattaforma industriale che, come dice il nome, guarda in modo prioritario alla Toscana: lo storico solettificio Jannelli di Montevarchi (Arezzo), fondato nel 1959, che nel 2023 ha realizzato 5,6 milioni di fatturato con 948mila euro di utile e 36 dipendenti; la Danimarc di Santa Maria a Monte (Pisa), produttore di suole in poliuretano termoplastico (Tpu, usato per le sneaker) e in cuoio con 11,2 milioni di fatturato 2023, utile di 1,2 milioni e 73 dipendenti; Apam International di Fucecchio (Firenze), produttore di suole in cuoio e in cuoio/tpu, 5,5 milioni di ricavi 2023 con 424mila euro di utile e 31 dipendenti; e Fagiolini di Santa Croce sull’Arno (Pisa), attivo nelle lavorazioni speciali delle pelli per tomaie, 4,5 milioni di fatturato 2023 con 771mila euro di utile e 15 dipendenti. Nel complesso le quattro aziende toscane hanno realizzato nel 2023 circa 27 milioni di ricavi. Gli ex-proprietari rimarranno alla guida, coordinati dal ceo di Ftc, Mario Zanini.

Finanziamento di 30 milioni da Unicredit e Intesa Sanpaolo

Le quattro operazioni sono state finanziate con 30 milioni di euro da Unicredit e Intesa Sanpaolo, con quote paritetiche. “Il progetto vuol rispondere alle crescenti esigenze del settore lusso – afferma una nota di Azimut – nel quale sono imprescindibili elevati standard di sicurezza, tracciabilità e sostenibilità della filiera, che rappresentano sfide operative e organizzative per le aziende medio-piccole”. Paris promette che le “capacità straordinarie delle imprese artigiane toscane saranno rafforzate da un’organizzazione capace di rispondere alle esigenze dei clienti in termini di servizio, disponibilità, tracciabilità, sostenibilità e reattività”.

Ecco gli altri poli di terzisti della moda

Sempre nel settore della calzatura, ha avviato un progetto con caratteristiche simili il Gruppo Tre Zeta di San Miniato (Pisa) in mano al fondo di private equity Koinos Capital che, a suon di acquisizioni, sta costruendo un polo dei componenti per le scarpe di lusso con l’obiettivo di diventare interlocutore unico dei grandi brand internazionali; mentre alcuni calzaturifici sono entrati nei poli di terzisti della moda che sono nati negli ultimi anni, da Holding Moda che fa capo alla società di investimenti Holding Industriale di Claudio Rovere e che ha aperto la strada nel 2018, fino al Gruppo Florence (che fa capo al fondo Permira) e al gruppo torinese Pattern, quotato sul mercato Euronext Growth Milan di Borsa Italiana. Per tutti l’obiettivo è lo stesso: proporsi ai grandi marchi come partner produttivi qualificati.

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Silvia Pieraccini

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