Prime risposte per le aziende del sistema moda dal tavolo convocato al ministero delle Imprese e del Made in Italy, che ha visto la partecipazione delle associazioni di categoria e dei sindacati: “Ci siamo impegnati ad assicurare insieme all’Abi la rimodulazione dei prestiti bancari – ha sintetizzato il ministro Adolfo Urso, a fine riunione -, a garantire alle imprese del settore l’utilizzo a pieno delle risorse per gli ammortizzatori sociali e a introdurre una misura saldo e stralcio in merito all’annosa questione dei crediti di imposta”.
Il primo punto è la rimodulazione dei prestiti bancari: su richiesta del Mimit è stata inviata nei giorni scorsi una circolare esplicativa da parte dell’Abi agli istituti bancari con disposizioni per la ricalendarizzazione dei finanziamenti garantiti da Sace, Simest e Mediocredito ottenuti dalle imprese durante la fase Covid e a seguito della crisi per il conflitto ucraino. Una misura per dare respiro agli imprenditori del settore della moda. “Inoltre li abbiamo resi edotti – ha spiegato Urso – della possibilità di usare appieno le risorse per gli ammortizzatori sociali: cassa integrazione per le imprese manifatturiere con più di 15 addetti e il fondo gestito dalle associazioni artigianali per quelle che hanno meno di 15 addetti”.
“Crediti fiscali, soluzione per saldo e stralcio”
Inoltre, ha detto il ministro, “abbiamo annunciato una misura saldo e stralcio per quanto riguarda l’annosa vertenza in merito ai crediti fiscali per la ricerca e lo sviluppo. Stamani mi sono confrontato per questa misura con il ministro Giorgetti e noi riteniamo di inserire e di realizzare nei prossimi mesi, e comunque entro il 30 di ottobre, una norma che consenta lo stralcio e la sanatoria di questa condizione che ha messo in difficoltà molte imprese del settore”.
In più, ha aggiunto Urso, al tavolo della moda “abbiamo affrontato anche le problematiche inerenti l’attuazione del regolamento dell’ecodesign” con le imprese, “ci confronteremo con loro sui decreti attuativi affinché non ci sia un impatto negativo sul sistema produttivo italiano del regolamento europeo. Abbiamo previsto di realizzare i decreti attuativi che sono previsti nelle norme che riguardano il settore tessile, abbigliamento e calzature”. Urso ha annunciato che è stata avviata un’interlocuzione con il Mef per realizzare uno strumento agevolativo tramite voucher già nella prossima legge di bilancio.
“Le misure presentate dal ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso recepiscono alcune nostre sollecitazioni”, hanno commentato i presidenti di Confartigianato Moda, Moreno Vignolini, e di Cna Federmoda, Marco Landi – entrambi toscani -, secondo cui il saldo e stralcio per i crediti d’imposta, previsto al 50% per quelle aziende oggetto del provvedimento di restituzione, “dovrà essere proporzionato al mondo della piccola impresa”, mentre “rimane la preoccupazione sul fronte degli ammortizzatori sociali per la necessità di affrontare le criticità di alcune fasi della filiera e di alcuni territori dove le ore di Cig sono prossime al termine. Nessuna risposta al momento sulle richieste relative alla sospensione dei versamenti contributivi ed erariali per le imprese del settore, misura richiesta da Confartigianato e Cna come sostegno alla liquidità delle imprese”.
“Ascoltare le istanze dei territori”
Il tavolo moda, secondo la deputata pratese di Forza Italia Erica Mazzetti, “va reso periodico, ascoltando le istanze dei territori e delle categorie economiche. Allo stesso modo, presenterò un emendamento alla prossima Legge di bilancio per rendere strutturali i 10 milioni per il distretto di Prato, risorse indispensabili per sostenere le imprese. Il governo, grazie all’impegno di Forza Italia, dimostra attenzione tangibile al settore moda, uno dei più rappresentativi del Made in Italy”.
Il Mimit, osserva la deputata pratese Chiara La Porta (FdI), si è impegnato a dare attuazione a misure contenute nel Dl Made in Italy: all’articolo 10, la valorizzazione della filiera delle fibre tessili naturali e provenienti dal processo da riciclo, nonché dai processi di concia della pelle, per cui sono stati stanziati 15 milioni di euro per il 2024. All’articolo 11, sono contenute misure per la transizione verde e digitale nella moda, per cui sono previsti, per il 2024, 10 milioni di euro. All’articolo 41, il contrassegno per il Made in Italy, che rappresenta una sorta di ‘bollino’ di eccellenza del nostro brand famoso nel mondo. Infine, l’articolo 46, già attuativo, prevede il riconoscimento di 3 milioni di euro alle associazioni di produttori per predisporre il disciplinare di produzione, che porterà all’Igp non agroalimentare”.