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23 ottobre 2024

Multiutility, all’assemblea di Alia passa la linea dei sindaci maggiori (con l’acqua)

L’81,5% dei soci vota per l’elaborazione di un nuovo piano industriale, allargando la compagine e senza Borsa.

Leonardo Testai
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Conversione ecologica, qualità dei servizi, contenimento delle tariffe: sono le direzioni in cui si dovrà sviluppare un nuovo piano industriale per la Multiutility Toscana, secondo il documento sugli indirizzi strategici votato a larga maggioranza (81,5% del capitale sociale) all’assemblea di Alia che si è svolta a Prato. Niente dimissioni a sorpresa come quelle di Alberto Irace da dg di Estra una settimana fa, ma una semplice presa di posizione: servizio idrico, rifiuti ed energia sono “il perimetro attuale e futuro della Multiutility”, si legge nel testo approvato dai soci. Multiutility che “non è una holding di partecipazioni – si ribadisce – ma un gruppo industriale progressivamente da realizzare”. Con un nuovo nome da trovare entro l’anno.

Il documento votato dall’assemblea di Alia, nell’ottica della crescita dimensionale di una Multiutility Toscana ancora in uno stato poco più che embrionale, conferma l’idea dell’allargamento della compagine sociale “a nuovi Comuni toscani e marchigiani”, come le amministrazioni nelle province di Ancona e Macerata che tramite Viva Energia detengono il 10% di Estra, “compiendo ogni ulteriore sforzo” per permettere il conferimento di Intesa e Coingas che hanno il 25% ciascuna, a fronte del 39,5% di Alia. Il documento chiede inoltre di “promuovere un’iniziativa per il conferimento delle partecipazioni pubbliche locali delle aziende di gestione del servizio idrico toscano, nel rispetto delle scelte che in ciascun ambito territoriale o bacino verranno effettuate dai relativi enti locali”.

Alla ricerca di alternative alla Borsa

Alla luce della piega presa dal dibattito negli ultimi mesi, può sorprendere invece che il documento si limiti a chiedere di “esplicitare le diverse opzioni di finanziamento alternative alla Borsa per il raggiungimento degli obiettivi di investimento di cui al piano industriale”, quindi senza una rinuncia esplicita alla quotazione della Multiutility Toscana, mantenendo “l’obiettivo di promuovere la partecipazione diffusa alla trasformazione circolare con tutti gli strumenti possibili, dal prestito sociale all’azionariato popolare, per facilitare la transizione energetica e affinché vi sia un ruolo attivo dell’utente nella definizione delle comunità sostenibili per il futuro”.

Peraltro, rispetto al documento presentato in origine, con un emendamento è stata eliminata l’iniziale previsione di affidamento a soggetti terzi di consulenze per la valutazione delle opzioni di finanziamento. “Spendere centinaia di migliaia di euro per fare una valutazione che spetta agli organi della Multiutility – ha commentato il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi, che ha proposto la modifica -, con un’assunzione di responsabilità che non può essere certo scaricata su terzi, non sarebbe stato opportuno. E’ l’ora di prendere decisioni, non di dare incarichi”.

Vince la linea dei sindaci Pd, la Piana è contro

Soddisfatti i sindaci dei Comuni maggiori, da Sara Funaro a Ilaria Bugetti, che vedono recepiti gli indirizzi da loro concordati. E canta vittoria il segretario regionale del Pd, Emiliano Fossi: “La politica torna ad avere un ruolo centrale e determinante nelle scelte che verranno portate avanti dalle aziende per tutelare gli interessi dei cittadini nell’erogazione dei servizi pubblici”, ha dichiarato, esprimendo soddisfazione per il superamento dell’ipotesi di quotazione in Borsa della Multiutility Toscana. Anche se un gruppo di undici Comuni, guidati da Sesto Fiorentino, aveva chiesto un ‘no’ più esplicito in un documento alternativo bocciato dall’assemblea: con Sesto, anche Calenzano, Campi Bisenzio, Carmignano, Cantagallo, Vaiano, Agliana, Vicchio, Rufina, Borgo San Lorenzo, Castelfranco Piandiscò.

Il documento approvato indica la volontà di proseguire, nei modi e nei tempi, nel percorso di affidamento deliberato in sede di Autorità Idrica Toscana per la futura concessione del servizio idrico integrato del gestore dell’Ato3 Medio Valdarno. “Si prosegue con quel percorso”, ha commentato Funaro, secondo cui “non c’è un tema di acqua pubblica, l’acqua è pubblica anche in Publiacqua”. Una risposta all’idea di proroga dell’attuale regime lanciata dall’assessora regionale Monia Monni, a cui si era accodata la Lega preannunciando “una mozione aperta al contributo di tutti” in Consiglio regionale, e sognando una ripubblicizzazione del servizio idrico: come gli 11 Comuni di minoranza all’assemblea di Alia, e marcando una distanza da Fratelli d’Italia, il partito di Tomasi e del presidente di Estra Francesco Macrì.

Giani sta con Monni (e rivendica un ruolo per la Regione)

Ma la posizione di Monni viene ora rilanciata anche dal governatore Eugenio Giani: “Rispetto a un processo che sta andando avanti – ha commentato, in un’intervista a Toscana Tv – io ritengo che abbia ragione l’assessore Monni, quando dice che è giusto farlo bene, e conseguentemente se c’è un anno di proroga non fa male a nessuno, ci consente di impostare bene il percorso delle gare”. Non solo: “I sindaci hanno la proprietà delle quote della società – osserva Giani -, ma accanto ai sindaci vi è un ruolo che è quello della Regione che per competenza interviene sulla legislazione che poi fa da base a tutto il sistema, quindi il lavoro sarà sempre un lavoro di sintonia in cui avranno forte voce in capitolo i sindaci, come avrà forte voce in capitolo la Regione”.

Giani ha poi corretto il tiro in serata, spiegando che le considerazioni sulla gara del servizio idrico fatte in mattinata erano “frutto di un’opinione in quel momento di buon senso e di consiglio alle determinazioni che i sindaci avrebbero preso nell’assemblea della Multiutility. Il fatto che nell’assemblea sia poi stata presa una posizione per fare la gara subito è da me accettata con la considerazione che è loro il potere di assumere una decisione del genere, perché sono i veri detentori delle quote di partecipazione alle società di utilities”.

E sulla Borsa? “Non ho cambiato assolutamente idea – sostiene il governatore – nel senso che ho detto che le quotazioni in Borsa sono il frutto di determinati momenti nel percorso della costruzione di società pubbliche che possano gestire i servizi. In questo momento noi che vogliamo passare da società prevalentemente comunali o intercomunali, di ambiti ristretti, a una realtà di gestione regionale, prima dobbiamo avere la possibilità di assestare questo progressivo ingresso dei vari Comuni in un soggetto Multiutility, e poi parleremo di come agevolare gli investimenti. Ma in questo momento, come facciamo entrare i Comuni dell’area senese o auspicabilmente dell’area pisana, senza dar loro la possibilità di sentirsi protagonisti della Multiutility perché con la quotazione in Borsa diventano subito marginali?”.

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Leonardo Testai

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