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20 marzo 2025

Sfruttamento lavorativo, prosegue fino al 2026 il progetto per combatterlo

Si chiama Soleil e prevede anche interventi mirati di presa in carico da parte dei servizi sociali e di reinserimento lavorativo delle vittime.

Ambra Pagliuca
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Sarà operativo fino al 2026 il progetto per proteggere e dare nuove opportunità di vita alle vittime di sfruttamento lavorativo: in Toscana, chi denuncia di essere stato sfruttato lavorativamente può ricevere assistenza socio sanitaria, abitativa e lavorativa. Il progetto, che si chiama Soleil, è portato avanti dalla Regione Toscana e punta a contrastare lo sfruttamento lavorativo con un approccio integrato.

Un’iniziativa che va oltre la sola repressione e mira a favorire l’inclusione delle persone migranti vittime di sfruttamento, con particolare attenzione ai settori più esposti al lavoro irregolare, come moda e servizi. Accanto alle azioni di prevenzione e controllo, infatti, il progetto prevede interventi mirati di presa in carico da parte dei servizi sociali e di reinserimento lavorativo delle vittime attraverso la rete regionale dei servizi per l’impiego di Arti (Agenzia Regionale Toscana per l’Impiego).

Come nasce il progetto Soleil

Il progetto Soleil – acronimo di Servizi di Orientamento al Lavoro ed Empowerment Interregionale Legale -, già avviato nel 2023, con un focus specifico sulla pelletteria, è nato in adesione a una manifestazione d’interesse del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, cui la Toscana ha partecipato insieme alle regioni Lazio, Abruzzo, Molise e Marche. Ed è frutto di una collaborazione tra Regione Toscana, Anci Toscana, Unioncamere Toscana, Comune di Viareggio (capofila della Rete Satis, il sistema antitratta toscano), sindacati con le loro agenzie formative e realtà del Terzo Settore come L’Altro Diritto, Solidarietà Caritas, Oxfam, CO&SO, Mestieri Toscana e Arci Toscana. Proseguirà fino a settembre 2026; ed è finanziato con 4,75 milioni di euro attraverso il PN Inclusione 2021-2027.

Ecco in concreto cosa prevede

Saranno attivati sportelli informativi, percorsi formativi, consulenza legale, assistenza abitativa ed economica, tirocini retribuiti e iniziative di microcredito. E anche l’estensione del protocollo “Toscana Sicura” ai territori di Firenze, Pistoia, Empolese Valdelsa e Pisa, come strumento integrato per prevenire lo sfruttamento lavorativo.

Il progetto parte da esperienze già avviate in Toscana

Il progetto Soleil prosegue e capitalizza il lavoro svolto da Apres, un progetto finanziato dalla Regione Toscana che, attraverso sei sportelli fissi e mobili, ha già raggiunto 942 persone, di cui 213 identificate come vittime di sfruttamento lavorativo e 313 come potenziali vittime offrendo supporto per la ricollocazione lavorativa e l’accesso a opportunità più sicure.

E’ un impegno concreto contro lo sfruttamento

“Soleil ci consente di rafforzare le azioni di prevenzione, i controlli e le azioni finalizzate all’emersione di questa piaga che, dobbiamo dircelo, non riguarda né solo alcuni territori, né solo alcuni settori, ma purtroppo nessun territorio e nessun settore può dirsi immune” spiega l’assessora regionale toscana Alessandra Nardini. “Questo progetto ci consente soprattutto di offrire una reale protezione e una alternativa concreta alle vittime di sfruttamento, incentivando così la denuncia delle condizioni di ricatto in cui si trovano”. E l’assessora regionale toscana aggiunge anche che il progetto fa emergere anche un aspetto di sicurezza sul lavoro perché, dice, “dove c’è sfruttamento lavorativo e illegalità, viene meno anche la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro. Quindi la battaglia contro lo sfruttamento è anche la battaglia per la salute e la sicurezza, oltre alla dignità, di lavoratrici e lavoratori, di persone, prima di tutto”

“La Toscana sarà il primo luogo dove cominceremo a sviluppare, grazie a questo progetto, una presa in carico effettiva da parte dei servizi sociali delle vittime” spiega invece Emilio Santoro, presidente de L’Altro Diritto. “E’ un fatto molto rilevante, la cui importanza è ancora più grande se si pensa che è la prima volta che si avvia un percorso strutturale per le vittime di sfruttamento lavorativo e che la Toscana, a differenza di altre in cui ci sono esperienze simili, è una Regione che ha deciso di partecipare direttamente al progetto”.

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Ambra Pagliuca

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