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29 dicembre 2023

Toscana, un mare di opportunità

L’economia del mare e l’impatto che ha sui territori della regione è al centro dell’intervento che riceviamo da Alberto Susini, della Camera di Commercio Toscana Nord-Ovest e che volentieri pubblichiamo.

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di Alberto Susini, economista della Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest

L’economia legata al mare riveste un ruolo fondamentale in Toscana, rappresentando un pilastro per lo sviluppo della regione. Il Rapporto Nazionale sull’Economia del Mare, redatto da Unioncamere e dal Centro Studi Guglielmo Tagliacarne, offre un’analisi approfondita di questa realtà, evidenziando il suo impatto su diversi territori.

Le sette filiere della “Blue Economy” individuate nel rapporto abbracciano una vasta gamma di attività, spaziando dalla pesca alla cantieristica, dalla movimentazione di persone e merci ai servizi di alloggio e ristorazione, dalle attività sportive e ricreative (come stabilimenti balneari e discoteche) fino all’industria delle estrazioni marine e alle attività di ricerca ambientale. L’analisi coinvolge le zone costiere, comprendendo sia i comuni situati lungo la costa che quelli con almeno la metà della superficie entro 10 km dal mare.

Con quasi 15.000 imprese registrate entro il 2022, l’economia marittima toscana rappresenta il 3,7% del totale delle aziende della regione. Le imprese più numerose appartengono al settore dei servizi di alloggio e ristorazione (7.047), seguito dalla cantieristica (2.672) e dalle attività sportive e ricreative (2.578). Altre 1.275 imprese operano nella filiera ittica, 794 nella movimentazione di merci e passeggeri, 562 nell’ambito della ricerca, regolamentazione e tutela ambientale e 21 nell’industria delle estrazioni marine. L’occupazione nel settore mostra una distribuzione simile, con circa 58.000 occupati (3,6% della forza lavoro toscana) nei servizi di alloggio e ristorazione, seguiti da quasi 23.000 addetti alla ricerca, regolamentazione e tutela ambientale e oltre 9.400 nella cantieristica.

I dati sul valore aggiunto evidenziano come il turismo, la ricerca e la cantieristica siano i pilastri di questa economia, generando nel 2021 un valore aggiunto stimato in quasi 3,9 miliardi di euro. Tra i comparti, le attività di ricerca e tutela ambientale contribuiscono al 31% del valore aggiunto, seguite dai servizi di alloggio e ristorazione e dalla cantieristica, entrambi al 20%. L’impatto dell’economia del mare coinvolge anche altri settori attivati in modo indiretto. Emerge un effetto moltiplicatore, in cui ogni euro generato dalla blue economy attiva ulteriori contributi (con un moltiplicatore di 1,7) nell’economia generale, provenienti da tutte le attività interconnesse secondo una logica di filiera. I 3,9 miliardi di euro generati hanno un impatto economico complessivo di 10,5 miliardi, rappresentando il 10,6% del valore aggiunto prodotto dalla Toscana.

Mantenere un equilibrio tra le diverse filiere dell’economia del mare è cruciale per garantire uno sviluppo sostenibile a lungo termine. L’equilibrio tra settori come il turismo, la cantieristica e la pesca è fondamentale per preservare non solo le risorse naturali ma anche la resilienza dell’economia stessa. Ad esempio, uno sviluppo eccessivo della cantieristica o del turismo potrebbe esercitare pressioni sull’ambiente marino, con impatti negativi sull’ecosistema o sulla vita marina. D’altra parte, una pesca eccessiva potrebbe compromettere la sostenibilità delle risorse ittiche, influenzando negativamente l’equilibrio ecologico e minacciando la sopravvivenza delle specie marine.

Promuovere pratiche e politiche che considerino l’interconnessione tra questi comparti, oltre a sostenere la ricerca e l’innovazione per sviluppare tecnologie e pratiche a basso impatto ambientale, può favorire uno sviluppo armonioso e sostenibile dell’economia del mare.

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