Un'immagine dell'area industriale di Montale, a Pistoia
E’ probabilmente la zona colpita dall’alluvione del 3 novembre dello scorso anno in Toscana che porta ancora i segni più chiari e tangibili di quell’evento. Quasi tre mesi dopo, la situazione dell’area industriale e artigianale di Montale, a Pistoia, fatica a tornare alla normalità. Così come è avvenuto nei vivai del pistoiese.
In questo caso l’eccezionalità è dovuta ad un territorio ben delimitato, sostanzialmente compreso fra due strade, via Guido Rossa e via della Croce Rossa, che è stato travolto dalla rottura di quasi 100 metri di argine del fiume Agna, che corre accanto a una serie di piccole e medie imprese, soprattutto tessili. Piazzali, capannoni e uffici sono stati invasi dall’acqua, dal fango e dai detriti, rifiuti di tutti i tipi si sono sparsi ovunque, è stato necessario un lavoro di raccolta e smaltimento che ha condizionato per settimane tutta l’attività. Un lavoro ancora non del tutto completato.
Sono state recuperate e smaltite 300mila tonnellate di materiali e rifiuti di ogni genere
Alcune cifre rendono meglio le dimensioni di cosa è accaduto: “Nella sola zona industriale sono state recuperate e smaltite 300mila tonnellate complessive di materiali e rifiuti di vario genere”, spiega il sindaco Montale, Ferdinando Betti.
Che entra poi più nel dettaglio: “Il Genio civile ha quantificato in circa dodicimila metri cubi il materiale fuoriuscito dal fiume Agna, terra, ghiaia, sabbia e quant’altro, stimato in 20mila tonnellate di inerti, smaltiti dall’azienda Vangi con il trasporto di oltre 600 camion in direzione delle cave di Calenzano. A questi vanno sommate le diecimila tonnellate di fango misto a rifiuti recuperate da Alia, oltre alle 624 tonnellate di rifiuti generati dall’alluvione”.
I due mesi e mezzo di viabilità sconvolta, con le conseguenti enormi difficoltà di accesso alle aziende, hanno ulteriormente complicato un quadro già a tinte fosche. “Con la fine di questa settimana dovrebbe terminare lo smaltimento di tutti i materiali”, conclude il sindaco.
Il crollo dell’argine dell’Agna ha determinato una situazione unica
Insomma tutte le cifre messe assieme evidenziano una situazione unica. Come conferma il presidente di Cna Toscana Centro (Prato e Pistoia), Claudio Bettazzi: “Quello che è successo qui non è successo da altre parti, almeno non con questo impatto. L’argine del fiume venuto giù ha creato una situazione difficilissima per le oltre 20 aziende del ‘condominio’, fra via della Croce Rossa e via Guido Rossa, che contano circa 500 dipendenti. Parte dei capannoni sono ancora inagibili, pieni di fango e rifiuti. La viabilità pian piano è ripresa ma le strade interne sono ancora difficilmente percorribili, la rete fognaria è intasata”.
La situazione della rete viaria è stata un elemento che ha rallentato tutto: “Le strade devastate dall’alluvione e quindi chiuse per permettere gli interventi di risistemazione e ripristino, hanno costretto le aziende a rincorrere i camion degli spedizionieri che non riuscivano a raggiungere gli stabilimenti”, aggiunge Fabia Romagnoli di Mariplast, vice presidente di Confindustria Toscana nord, la cui azienda è nella zona alluvionata. “Personalmente siamo stati più fortunati di altri, i danni sono stati diversi ma la merce ha fatto da tappo e ha permesso ai macchinari dentro lo stabilimento di non essere colpiti. Molte altre aziende hanno subito un impatto assai maggiore e hanno dovuto interrompere la produzione”.
Molte attività sono in gran parte in attesa di ripartire del tutto
Quello della mancata ripresa della produzione è uno snodo centrale: “Molte attività sono ancora in gran parte ferme, due o tre aziende dovranno aspettare mesi prima di ripartire, se ripartiranno – sottolinea sconsolato Bettazzi -. Fra coloro che non sono proprietari degli immobili c’è chi sta dando le prime disdette al contratto di affitto e questo è davvero un pessimo segnale. Si rischia di veder sprofondare questa zona nell’abbandono”. Anche per la vice presidente di Confindustria Toscana Nord le preoccupazioni non mancano: “La maggior parte delle aziende non sono ripartite e c’è addirittura chi non riuscirà a farlo”.
Sull’entità dei danni i rappresentanti delle categorie sono cauti: “Una stima complessiva è ancora prematura ma possiamo dire che per ogni azienda si oscilla fra un milione e due milioni, anche se bisognerà capire quali e quanti macchinari colpiti saranno utilizzabili”, spiega Bettazzi. “La stima dei danni è al momento difficilissima, c’è ancora tanta terra e tanti rifiuti da portare via”, aggiunge Romagnoli.
La Camera di Commercio di Prato e Pistoia delibera un contributo di oltre un milione e 300mila euro
C’è infine il fronte dei ristori, gli aiuti economici su cui potranno contare le aziende. “E’ stato aperto il portale Simest proprio in questi giorni, c’è un plafond di 100 milioni che è però lo stesso destinato anche alle zone alluvionate dell’Emilia Romagna, quindi bisognerà capire che ricadute potrà avere; è dedicato in particolare ad aziende che abbiano almeno un 20% del loro fatturato destinato all’estero, soglia che è stata abbassata al 3%”, spiega Fabia Romagnoli. “Sul fronte ristori non abbiamo ancora visto niente, le aziende hanno preparato tutta la documentazione necessaria, vediamo cosa riusciremo ad ottenere”, aggiunge il presidente di Cna Toscana Centro. Ed è notizia di oggi che la Camera di commercio di Pistoia e Prato, d’intesa con le associazioni di categoria, mette a disposizione un contributo straordinario di 1.379.000 con un bando destinato alle micro, piccole e medie imprese delle due province che hanno subito danni dall’alluvione. L’agevolazione consiste in un contributo a fondo perduto fino a 3mila euro. Il bando è già consultabile sul sito della Camera di commercio di Pistoia-Prato, www.ptpo.camcom.it.
Paolo Vannini