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02 dicembre 2024

Fondi Ue, la Regione cerca lo sprint (dopo i ritardi): al via correttivi e riprogrammazione

Finora impegnato il 12,4% e pagato l’1,2%, peggior performance di tutti. L’ipotesi di trasferire fondi dagli enti pubblici alle imprese.

Silvia Pieraccini
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Sull’utilizzo dei fondi del programma europeo 2021-2027, pari a 2,3 miliardi di euro, la Regione Toscana ha assoluto bisogno di accelerare, per evitare il rischio che a fine 2025 – quando scatterà la prima scadenza da rispettare – perda una parte delle risorse (il cosiddetto ‘disimpegno automatico’). Ora è la stessa Regione ad ammettere la necessità di un cambio di passo – dopo che nelle settimane scorse c’erano state polemiche sui livelli di impegno e di spesa raggiunti finora – con una delibera della Giunta regionale del 25 novembre scorso intitolata “indirizzi per l’accelerazione della spesa del Pr Fse+ Toscana 2021-2027”, riferita dunque al Fondo sociale europeo (ma una delibera simile dovrebbe arrivare anche per il Fesr, il Fondo europeo di sviluppo regionale).

Ecco le misure di accelerazione varate dalla Regione

La delibera, proposta dal presidente Eugenio Giani e dalla direzione Competitività territoriale della Toscana e Autorità di gestione, prende atto della situazione e definisce le misure di accelerazione rivolte prima di tutto agli uffici regionali e, in parte, anche ai beneficiari dei fondi (aziende e enti pubblici): riduzione dei tempi di selezione e attuazione dei progetti, pena la decadenza dal beneficio (compreso il tempo massimo di proroghe e i tempi per presentare integrazioni); intensificazione del monitoraggio dell’Autorità di gestione (compresa l’analisi dei rallentamenti della spesa, per individuare misure correttive); inserimento di indicazioni finanziarie per tutte le Direzioni regionali coinvolte nella gestione dei fondi Fse, per centrare il pieno utilizzo delle risorse; programmazione di incontri tra gli uffici regionali competenti e i beneficiari che sono in ritardo con la spesa, per individuare soluzioni; sollecitazione a tutti i responsabili del programma europeo di attivarsi per raggiungere i target di spesa certificata. Tra le misure elencate c’è anche quella di “valutare entro i primi mesi del 2025 la possibilità di una eventuale riprogrammazione e spostamento di risorse anche alla luce della spesa rendicontata“.

La spesa è al 12,4%, i pagamenti all’1,2%

Secondo gli ultimi dati (al 31 ottobre 2024) del Dipartimento per le Politiche di Coesione della Presidenza del Consiglio dei ministri elaborati da Confindustria e riferiti ai fondi Fse, Fesr e Italia-Francia Marittino, la Toscana è in forte ritardo sia negli impegni di spesa (12,44% pari a 287,6 milioni) che nei pagamenti (1,23% pari a 28,49 milioni, il peggior risultato di tutte le Regioni sviluppate), e questo nonostante i programmi europei siano partiti nei tempi previsti, senza ritardi. La Regione ha ribattuto di aver “mobilitato” (cioè ipotizzato l’assegnazione attraverso una delibera) molte più risorse di quelle che risultano dalle statistiche, e che in diversi casi ha assegnato una dotazione minima di partenza, ripromettendosi di aumentarla all’occorrenza. Ma resta il fatto che gli unici dati su cui si possono fare i confronti sono quelli del Dipartimento Politiche di coesione, e segnano allarme rosso.

Il monito del presidente di Confindustria Toscana

Il presidente di Confindustria Toscana, Maurizio Bigazzi, ha chiesto nelle settimane scorse che nell’ultimo anno di legislatura regionale sia recuperato il ritardo della Toscana. “Chiediamo che siano messe a terra tutte le risorse disponibili in campo – ha sottolineato – attraverso una programmazione concertata con tutte le forze economiche e sociali, con l’obiettivo prioritario di indirizzarle al sostegno delle imprese e di quel manifatturiero che soffre, per aiutare le aziende a superare il momento congiunturale e affrontare le due transizioni, digitale e sostenibile”. I fondi europei destinati alle imprese toscane nel Fesr sono 570 milioni di euro nel settennato 2021-2027 (su 1,3 miliardi di euro di dotazione complessiva), contro i 530 milioni di euro del settennato 2014-2020 (su un totale di 790 milioni): si è dunque passati da una quota del 67% nella vecchia programmazione, al 44% in quella attuale. L’ipotesi di riprogrammare le risorse, aumentando quelle destinate alle aziende, che hanno dimostrato di essere più rapide a progettare e a spendere rispetto agli enti pubblici, è dunque sul tavolo regionale. Del resto è quello che avvenne anche nella scorsa legislatura guidata dal presidente Enrico Rossi.

Più risorse alle imprese per contrastare la crisi?

Peraltro, in una fase di rallentamento economico e di difficoltà pesante soprattutto del settore moda, la richiesta che arriva dalle categorie economiche è quella di dirottare più fondi sulla formazione degli occupati, così da utilizzarli per riqualificare e aggiornare il personale della filiera, magari verso competenze nel digital e nella sostenibilità, oltre che sugli investimenti in ricerca e innovazione.  La Regione, al termine del Tavolo della Moda convocato il 25 novembre scorso, sembra aver “aperto” a questa prospettiva. Ora bisognerà capire come e quando avverrà la riprogrammazione dei fondi europei, per dare la spinta di sviluppo e investimenti di cui la Toscana ha bisogno. La stagione in cui la Regione primeggiava nella capacità di spesa dei fondi europei sembra essere tramontata.

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Silvia Pieraccini

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