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01 febbraio 2023

“I distretti toscani crescono anche al netto dell’effetto-prezzi”

Il report di Intesa Sanpaolo stima un aumento “reale” delle esportazioni del 7% nel 2022 rispetto al 2019. Chi corre e chi soffre.

Silvia Pieraccini

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Capire se le esportazioni dei distretti toscani crescono “davvero”, in questa fase di prezzi in rialzo per tamponare aumenti dei costi aziendali e inflazione, richiede un complesso lavoro d’indagine. L’ufficio studi di Banca Intesa Sanpaolo, che ogni tre mesi elabora un ‘Monitor’ sull’andamento dell’export dei distretti italiani, ha provato a stimare la variazione delle esportazioni al netto dell’effetto-prezzo ed è arrivato a questa conclusione: “Per le produzioni manifatturiere dei distretti toscani la crescita dell’export resta consistente – scrivono i ricercatori – sia nel confronto con il 2021 (+8,9%), sia rispetto al 2019 (+7,1%), a dimostrazione dell’elevata reattività e competitività delle specializzazioni distrettuali“.

Crescita reale e crescita nominale

Per capire l’effetto-prezzo, la crescita “reale” dell’export dei distretti toscani al +8,9% (rispetto al 2021) va messa in relazione col +15,1% “nominale” calcolato da Intesa Sanpaolo (18 miliardi di euro di esportazioni nei primi nove mesi dell’anno scorso); mentre il +7,1% “reale” (rispetto al 2019) va confrontato col +17,4% “nominale”.

La carta di Lucca corre, le scarpe soffrono

Il distretto toscano che è cresciuto di più, sul fronte export, proprio rispetto al 2019 è quello cartario di Lucca (+55% in valore), mentre il distretto che mostra ancora ferite rispetto al pre-Covid è quello calzaturiero, sia di Lucca (-14%) che di Lamporecchio (-27%). Per il resto i distretti del sistema moda hanno tutti ripreso a marciare – coprono il 70% dell’export distrettuale – “con un percorso di recupero post pandemia che – afferma il Monitor distretti – evidenzia crescite migliori per le imprese posizionate nell’alto di gamma e nel lusso”. Bene sia la pelletteria di Firenze (+14% sul 2021), che l’abbigliamento di Empoli (+13%) fino al tessile e abbigliamento di Prato (+22%).

I gioielli di Arezzo accelerano, i camper frenano ancora

Importante è il recupero della gioielleria di Arezzo (anche se qui le difficoltà sono legate al fatto che il prodotto incorpora spesso il prezzo, variabile, della materia prima-oro), che segna +25% dell’export nei primi nove mesi grazie alla crescita – si spiega – nei principali mercati di sbocco come Emirati Arabi Uniti e Stati Uniti, e alla ripresa dei flussi verso l’Algeria per effetto dei provvedimenti legislativi adottati dal mercato nordafricano che ha semplificato le modalità di regolamento. Soffre la camperistica della Valdelsa (-28% sul 2021), che da mesi e mesi produce a rilento per la mancanza dei microchip che comandano i telai su cui viene montata la “casa mobile”.

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Silvia Pieraccini

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