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04 febbraio 2025

Rigassificatore di Piombino, il sì (condizionato) di Confindustria. E il Comune vuole cambiare provincia

L’associazione chiede investimenti sul porto, e la realizzazione della banchina Ovest. Da Livorno a Grosseto, il sindaco avvia l’iter.

Leonardo Testai
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Dopo la lettera di alcuni operatori del porto di Piombino, è Confindustria Toscana Centro e Costa a scendere in campo, con una presa di posizione ufficiale, in favore di una permanenza del rigassificatore oltre il termine di luglio 2026 fissato dall’autorizzazione del Ministero. Un sì condizionato, però, a un intervento per il potenziamento del porto e delle sue infrastrutture. Mentre il Comune di Piombino – non in risposta alla presa di posizione di Confindustria, assicurano dallo staff del sindaco – annuncia nell stessa giornata l’imminente avvio dell’iter per il passaggio dalla provincia di Livorno a quella di Grosseto.

“Lasciare la nave rigassificatrice e completare tutte quelle infrastrutture utili agli insediamenti industriali e allo sviluppo del porto, potrebbe essere un ulteriore acceleratore per il rilancio industriale di Piombino”, dichiara il presidente di Confindustria Toscana, nonché presidente di Confindustria Toscana Centro e Costa, Maurizio Bigazzi. “L’economia del territorio ha tratto vantaggi per la crescita della domanda di servizi legati alla presenza della nave, secondo Bigazzi, e “si è avuto un impatto positivo anche sull’economia del porto, perché l’Autorità portuale ha avuto nuove disponibilità finanziarie che le hanno permesso investimenti importanti”.

“Le infrastrutture per il gas rimarranno in porto”

Peraltro, nota il presidente di Confindustria, “se anche la nave rigassificatrice dovesse essere ricollocata, in porto rimarrebbero comunque le infrastrutture realizzate per consentire il collegamento delle unità galleggianti alla rete nazionale, come prevede la legge”. Infatti, secondo il regolamento del Codice della Navigazione, il concessionario (Snam) dovrebbe riportare la banchina alla sua condizione di partenza demolendo le infrastrutture realizzate nei dieci mesi precedenti l’avvio delle proprie attività. Tuttavia la legge 95 del 26 luglio del 2023, sostiene Bigazzi, stabilisce che “al fine di garantire la sicurezza degli approvvigionamenti a livello nazionale, le infrastrutture realizzate per consentire il collegamento delle unità galleggianti di cui al comma 1 alla rete nazionale sono mantenute in loco, a cura e spese del proponente, anche a seguito di eventuali ricollocazioni delle unità galleggianti medesime”.

Da qui, dunque, la proposta di Confindustria per il rigassificatore di Piombino: “Non la delocalizzazione – afferma Bigazzi -, ma la mitigazione dei limiti reali determinati dalla sua presenza e la realizzazione di quelle infrastrutture industriali e logistiche che le imprese chiedono con forza e che potrebbero offrire benefici e ricchezza alla comunità piombinese”. Quindi il finanziamento e alla realizzazione della banchina Ovest, come risposta alla permanenza del rigassificatore presso la banchina Est); la realizzazione, programmata dall’Autorità di sistema portuale, di 200 mila mq di nuovi piazzali nelle aree retrostanti la banchina, come ulteriore offerta insediativa per industrie e logistica; infine, il completo finanziamento del secondo lotto della strada 398, che porterebbe ricadute positive sulla mobilità di persone e merci, nonché il collegamento ferroviario delle nuove aree portuali.

Piombino avvia l’iter per entrare nella provincia di Grosseto

Il caso vuole che, nella stessa giornata della dichiarazione di Confindustria, il Comune di Piombino non commenti le notizie sul rigassificatore – il Consiglio comunale ha approvato a gennaio una mozione per lo spostamento nel 2026, a larghissima maggioranza -, ma annunci la volontà di intraprendere un percorso per cambiare provincia di appartenenza. “La collocazione di Piombino nella Provincia di Livorno – sostiene il sindaco Francesco Ferrari – è più un confine burocratico che reale e crediamo che sia giunto il momento di superare questa forzatura e volgere lo sguardo verso un territorio con il quale condividiamo molto: siamo certi che Piombino abbia tanto da dare alla Maremma, come è vero che le opportunità per lo sviluppo di sinergie commerciali, agroalimentari e turistiche sono ampie e di grande prospettiva per tutti e due i territori”.

Ferrari ha ricordato che il cambio di provincia è “un procedimento che già una decina di anni fa fu avviato e poco dopo interrotto: nei prossimi giorni approveremo una delibera di Giunta che darà avvio al nuovo percorso, un primo atto formale che sarà seguito dalla discussione in Consiglio comunale e da un confronto attivo con i cittadini”. Il sindaco appare certo dell’approvazione per il progetto: “Da sempre noi piombinesi ci sentiamo più affini al territorio grossetano che a quello livornese”, sostiene.

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Leonardo Testai

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