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08 aprile 2025

L’Agenzia delle Dogane lancia l’allarme contraffazioni (e coi dazi sarà peggio)

“Restrizioni commerciali creeranno incentivi a forme di concorrenza sleale”, afferma il direttore territoriale Bellosi.

Leonardo Testai

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Il trend del traffico di prodotti contraffatti è in rialzo, e la guerra dei dazi potrebbe incentivare ulteriormente la concorrenza sleale: a lanciare il doppio allarme è l’Agenzia delle Dogane, che ha organizzato un convegno con Confindustria Toscana e Asso.Tosca – Confetra Firenze per fare il punto sul fenomeno. Un evento incentrato sulla tutela del Made in Italy – e del Made in Tuscany – che alla vigilia dell’entrata in vigore dei dazi Usa, annunciati una settimana fa dal presidente Donald Trump, è fatalmente diventato occasione di confronto su quest’ultimo tema.

“Le restrizioni commerciali portano concorrenza sleale”

Per il fenomeno del traffico di prodotti contraffatti “il trend è assolutamente preoccupante, basti pensare che nel 2024 presso gli porti e gli aeroporti italiani sono stati sequestrati 20 milioni di prodotti contraffatti o con falsa indicazione di Made in Italy”, ha spiegato Davide Bellosi, direttore territoriale dell’Agenzia delle Dogane per Toscana e Umbria. “Si tratta di un fenomeno di particolare gravità – ha proseguito – perché crea delle distorsioni alla libera concorrenza, ovviamente comporta perdita di gettito erariale e comporta anche dei rischi per la sicurezza dei consumatori, perché i prodotti non originali spesso non rispettano gli standard di sicurezza”.

E come impattano i dazi Usa in questo scenario? “Restrizioni commerciali – ha osservato Bellosi – creeranno inevitabilmente degli incentivi a forme di concorrenza sleale: là dove si pongono delle restrizioni commerciali, evidentemente i costi si innalzano, per cui gli spazi per trovare forme sleali di guadagno o di profitto aumentano”, e dunque “è plausibile attendersi anche un aumento di questi fenomeni di concorrenza sleale, e quindi di emissione sul mercato di prodotti non originali”.

Confindustria guarda ai nuovi mercati emergenti

In questo contesto, il sistema produttivo toscano deve da un lato cercare nuovi mercati emergenti per alleviare la propria ‘dipendenza’ dagli Usa, e dall’altro deve poter essere sostenuto per evitare lo spostamento delle filiere negli Usa, obiettivo dichiarato da Trump. “Vince chi ha più base industriale, chi ha più materia prima, chi ha meno dipendenze critiche – ha affermato Mauro Felisati, direttore affari internazionali di Confindustria -, e in questo confronto marcatamente geopolitico l’obiettivo dichiarato dall’amministrazione Trump è il riequilibrio dei deficit commerciale; quello più concreto mi sembra quello di attrarre investimenti nel territorio degli Stati Uniti, col rischio di desertificare la base industriale di alleati e partner variamente intesi. Questo è un rischio che l’Unione Europea ovviamente non può permettersi, tantomeno l’Italia, e credo che non si debba adottare una logica emergenziale: il salto di paradigma impone di attivare le leve strutturali”.

Dall’altro lato, una soluzione per l’export possono essere gli accordi di libero scambio “come quelli che la Ue ha stabilito con la Corea – ha osservato Felisati -, il Canada, il Vietnam, Singapore, il Giappone, la Nuova Zelanda, quello che stiamo faticosamente tentando di chiudere con i paesi del Mercosur, quelli oggetto di negoziati in corso con partner strategici come l’India, quelli recentemente modernizzati come con il Cile e con il Messico, quelli che sono in corso di negoziato con i paesi Asean, consentono alle nostre esportazioni di accedere a questi mercati in maniera preferenziale. Questo è il primo e più importante antidoto a quello che sta accadendo, ed è anche una delle principali richieste di Confindustria al governo dell’Unione Europea”.

Il messaggio di Urso: “Diventiamo più competitivi”

A fronte dei dazi imposti dagli Usa “sarà fondamentale continuare a supportare le imprese, promuovendo l’innovazione per rendere sempre più competitivo il Made in Italy e conquistare nuovi mercati nel mondo, cercando nuovi sbocchi”, ha affermato Adolfo Urso, ministro per le Imprese e il Made in Italy, in un messaggio inviato all’evento. “Il Governo e il Mimit sono al lavoro, sia a livello nazionale sia nel dialogo con la Ue, per individuare misure di varia natura a sostegno del sistema”, ha spiegato Urso, secondo cui “insieme possiamo affrontare le sfide future e garantire che il nostro patrimonio industriale non venga attaccato da rischi imprevisti e anzi continui a crescere”.

Malgrado l’incertezza globale, “siamo forti della consapevolezza che i nostri prodotti sono difficili da sostituire per le loro caratteristiche intrinseche”, ha aggiunto il ministro, sottolineando che “unendo le forze, continueremo a posizionare il Paese tra i leader del commercio internazionale che sempre è attratto dall’impareggiabile bellezza e qualità offerta dai prodotti toscani”, e non a caso “la Toscana si conferma come una terra di eccellenza per le esportazioni che continuano a crescere di anno in anno”.

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