Le imprese possono e devono gestire le sfide dell’intelligenza artificiale e affrontare con consapevolezza la rivoluzione tecnologica in atto: questo il messaggio emerso al convegno ‘Intelligenza artificiale e lavoro’, promosso da Aidda a Firenze con esperti, accademici e rappresentanti istituzionali. L’evento ha messo al centro la necessità di un approccio etico e culturale all’intelligenza artificiale, ponendo l’accento sulla responsabilità delle imprese nell’orientare questa trasformazione tecnologica verso il bene comune.
Un confronto tra aspetti filosofici ed economici
L’incontro si è sviluppato attraverso una serie di interventi e una tavola rotonda: gli esperti intervenuti hanno analizzato gli aspetti filosofici, giuridici ed economici della rivoluzione in corso. Il professore Stefano Zamagni ha sottolineato come il concetto di lavoro stia evolvendo con l’avanzare dell’Ai, mentre Ginevra Cerrina Feroni, vicepresidente del Garante per la protezione dei dati personali, ha posto l’attenzione sulla necessità di evitare discriminazioni di genere nell’uso degli algoritmi. Daniela Anselmi, presidente di Aidda Liguria, ha illustrato il quadro normativo europeo e italiano, evidenziando le nuove responsabilità per le imprese in termini di trasparenza e governance dell’Ai. Nel corso del dibattito si è poi discusso di come l’intelligenza artificiale stia trasformando il mondo del lavoro, ridefinendo competenze e ruoli professionali.
“L’intelligenza artificiale – ha affermato la presidente di Aidda, Antonella Giachetti – è una tecnologia dirompente e per questo può costituire uno sviluppo della nostra civiltà, ma allo stesso tempo la sua potenza può comportare grandi rischi sempre per la nostra civiltà. Serve una strategia chiara, che preveda formazione etica e tecnica, c’è bisogno di introdurre dentro gli algoritmi criteri di etica e trasparenza garantendo sempre che solo l’uomo potrà governare la tecnologia. In tutto questo il ruolo delle imprese sarà centrale ed un loro un coinvolgimento nelle decisioni normative è indispensabile”.
Una risorsa per le istituzioni
Per la sindaca di Firenze, Sara Funaro, “l’intelligenza artificiale può essere un’indubbia risorsa per il governo delle città, consentendo un monitoraggio capillare del territorio, contribuendo a prendere decisioni più attente, grazie all’uso dei dati. La politica però deve saper ‘governare’ questo processo, accompagnarlo facendo da garante, affinchè le nuove tecnologie si integrino in modo positivo, con l’impegno necessario a contrastare ogni forma di marginalizzazione, perché sviluppo e diritti devono sempre poter andare di pari passo”.
“Credo non si debba aver paura delle nuove tecnologie, né opporci al loro impiego – ha dichiarato il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani -, ritengo tuttavia che la Pa abbia il dovere di controllarne e regolamentarne l’applicazione. E’ ciò che fin da subito come Regione abbiamo fatto con la nostra legge sull’innovazione digitale, un testo che semplifica le norme precedenti portando trasparenza e inclusività. Il nostro compito è infatti quello di assecondare un utilizzo dell’intelligenza artificiale sempre più esteso per la maggior parte delle attività procedurali della Pa, in modo da garantire una maggiore semplificazione nelle procedure burocratiche, con ricadute positive per i cittadini e le imprese”. (lt)