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Industria

21 gennaio 2025

Lucca, l’industria cartaria in allarme per l’aumento dei costi energetici (ma la soluzione ci sarebbe)

Dal distretto leader nel tissue arriva l’appello a sviluppare geotermia e produzione di energia dai rifiuti, vietata dal nuovo Piano regionale.

Silvia Pieraccini
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La nuova fiammata del prezzo del gas e dell’energia elettrica, scoppiata nelle ultime settimane, sta mettendo in seria difficoltà le industrie energivore, e in particolare il distretto cartario di Lucca, specializzato nella produzione di carta per uso igienico e domestico (il tissue) e formato da 235 aziende, quasi ottomila occupati, 5 miliardi di fatturato di cui 1,4 all’export.

In Italia costi energetici più alti rispetto agli altri Paesi

Una situazione che fa tornare alla mente la crisi del 2023, quando alcune cartiere furono costrette a interrompere la produzione per i costi energetici troppo alti, e spinge gli imprenditori a reclamare azioni di sostegno: “Il quadro che si è determinato rende ancora più chiara la necessità di interventi per contenere e disciplinare i prezzi a livello europeo – ammonisce Tiziano Pieretti, vicepresidente di Confindustria Toscana nord (Prato, Pistoia, Lucca) -. In questo scenario il caso-Italia è ancora più preoccupante, perché da sempre scontiamo costi energetici molto più alti rispetto ai Paesi sviluppati, per non parlare della concorrenza dei Paesi emergenti”.

“Sviluppare fonti energetiche nuove”

Che fare per attenuare questa situazione così penalizzante per la competitività delle imprese? Oltre alle misure europee per il gas, Pieretti indica due strade: la prima è la proposta di Confindustria di disaccoppiare il prezzo delle energie rinnovabili da quello del gas, valorizzando così anche gli investimenti sostenibili delle imprese; la seconda è lo sviluppo di altre fonti energetiche. “Dal nucleare all’idrogeno senza dimenticare, soprattutto qui in Toscana, la geotermia e la produzione di energia da rifiuti“, afferma Pieretti riaprendo il capitolo dei termovalorizzatori che il nuovo Piano dei rifiuti, appena approvato dal Consiglio regionale toscano, sembra aver chiuso per sempre, visto che ha vietato la realizzazione di nuovi impianti.

L’appello dell’industria a non precludere alcuna tecnologia è rimasto inascoltato

Il mondo dell’industria non è d’accordo: nel novembre scorso era stato il presidente di Confindustria Toscana, Maurizio Bigazzi, a chiarire che il nuovo piano rifiuti della Toscana avrebbe dovuto rispondere anche alla domanda di energia a prezzi competitivi, senza precludere alcuna tecnologia, ma il suo appello è rimasto inascoltato dalla Regione.

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Silvia Pieraccini

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