Da grande malata a protagonista del risiko bancario: appare questa la parabola degli ultimi tre anni di Banca Mps, comunque vada l’offerta pubblica di scambio totalitaria annunciata su Mediobanca, con una valutazione di 13,3 miliardi su Piazzetta Cuccia, e un premio del 5,03% sul prezzo di chiusura di Borsa del 23 gennaio. Premio che in realtà nel giro di un’ora i movimenti di Piazza Affari hanno pareggiato – e poi sensibilmente superato, perché evidentemente i mercati ritengono che l’offerta sia bassa -, che hanno spinto il titolo di Mediobanca mentre quello di Mps scendeva in parallelo.
Banca Mps ha convocato il 17 aprile l’assemblea dei soci per deliberare sull’aumento di capitale al servizio dell’Ops su Mediobanca: le azioni emesse serviranno come corrispettivo per l’acquisizione di quelle di Mediobanca dagli azionisti. Siena prevede che l’offerta pubblica di scambio su Mediobanca parta a giugno-luglio di quest’anno, dopo aver ottenuto l’autorizzazione di tutte le autorità coinvolte e quella della Consob alla pubblicazione del prospetto. Il documento di offerta e le altre richieste regolatorie verranno presentate entro metà febbraio.
“Un nuovo campione nazionale, valorizzando i brand”
Con l’operazione Mediobanca “puntiamo a un nuovo campione nazionale, con due brand di eccellenza, che vogliamo proteggere e ancor più valorizzare”, ha commentato Luigi Lovaglio, amministratore delegato di Banca Mps, secondo cui “in Italia siamo pronti ad accettare le solite semplici, noiose operazioni di fusione che spesso però hanno un impatto sociale notevole. Questa volta stiamo parlando di combinazione di business complementari, che punta unire i ricavi, le reti, le forze”.
Il progetto di aggregazione con Mediobanca, secondo quanto ha spiegato Lovaglio in conference call con la comunità finanziaria, è stata studiata, e prospettata al Mef, quando ancora Mps doveva uscire del tutto dalle sue difficoltà, più di due anni fa. “Il 16 dicembre 2022 – ha raccontato l’ad senese -, dopo aver completato l’aumento di capitale da 2,5 miliardi, incontrai il ministro dell’Economia e presentai tre opzioni: continuare da soli, fare un’operazione fra pari e un’operazione con Mediobanca. Ora è giunto il momento”.
Secondo Lovaglio, dalla fusione tra Mps e Mediobanca nascerebbe un player in grado di offrire servizi di “altissima qualità” a “oltre 6 milioni di clienti” tra famiglie e imprese, e “circa 130 miliardi di impieghi e circa 300 miliardi di risparmi svolgeremo un ruolo fondamentale sia nel soddisfare le esigenze finanziaria degli italiani sia nella generazione e nella protezione della ricchezza degli italiani”. L’investimento in Mediobanca è importante, secondo l’ad di Mps, “proprio perché possiamo anche contare sui flussi di cassa che arrivano da Generali”, di cui Piazzetta Cuccia controlla il 13,1%.
Il risiko nazionale: in ballo gli equilibri di Generali
Proprio la partita delle Generali sta sullo sfondo di questa operazione: fra i soci annovera anche Delfin (9,9%) e Caltagirone (6,9%), che a loro volta sono azionisti di Mediobanca (rispettivamente col 19,8% e con il 7,8%), e fanno parte (con il 9,78% e il 5,03%) della nuova cordata di azionisti di Mps, manifestatasi con l’ultimo collocamento di azioni operato dal Mef. Una fusione tra Mps e Mediobanca avrebbe ovvi riflessi sugli equilibri del Leone di Trieste, che ha annunciato in questi giorni un accordo con Natixis, controllata dalla banca francese Bpce, per la gestione di 1.900 miliardi di risparmi.
In questo scenario, nel quale Banco Bpm si apprestava alle nozze con Mps “benedette” dal governo, e Unicredit ha risposto lanciando un’Opa su Banco Bpm, la mossa di Siena diventa non solo caso finanziario, ma anche politico: il Mef – dunque lo Stato – è ancora azionista di Rocca Salimbeni con l’11,7%, e per effetto dell’operazione scenderebbe intorno al 5% circa. E se i commenti che arrivano dal governo e dalla maggioranza sono favorevoli a Mps-Mediobanca, più dubbiosi sono gli analisti, che contestano il premio offerto ed esprimono dubbi sul fit industriale. Ma la partita è, verosimilmente, solo all’inizio.
Leonardo Testai