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26 marzo 2024

Mps, il Mef colloca un altro pacchetto di azioni e scende al 26,73% del capitale

Il Tesoro cede il 12,5% di Rocca Salimbeni per 650 milioni di euro: la domanda è stata di tre volte superiore all’offerta.

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Il ministero dell’Economia cede un’altra partecipazione nel capitale di Banca Mps, scendendo al 26,73% delle azioni detenute: il Mef nel pomeriggio del 26 marzo ha infatti annunciato – e concluso in un battibaleno – un nuovo collocamento tramite procedura accelerata di raccolta ordini (accelerated bookbuilding, procedura già usata in passato) sul 12,5% del capitale dopo aver ceduto, nel novembre 2023, il 25% della sua quota. Una conferma delle ipotesi già formulate all’indomani dell’operazione dell’autunno scorso, un avvicinamento al rispetto degli impegni presi con Bruxelles per l’uscita del Tesoro dal capitale di Mps, e un’iniezione di liquidità per le casse dello Stato, nell’ambito del complesso piano di privatizzazioni col quale il Governo punta a ridurre entro il 2026 il debito pubblico di 20 miliardi.

Il nuovo collocamento del Mef ha riguardato 157.461.214 azioni Mps: a solo un’ora dall’apertura del collocamento, il pacchetto di azioni risultava già coperto. Alla fine la domanda è risultata di tre volte superiore a quanto offerto: la cessione è avvenuta al prezzo di 4,15 euro per azione, con uno sconto del 2,49% – contro il 4,9% dell’autunno scorso – rispetto al prezzo di chiusura delle azioni a Piazza Affari del 26 marzo (4,256 euro), e realizzando così 650 milioni di euro. Rinunciando, nel contempo, a parte della cedola (circa 39 milioni di euro) prevista per maggio in virtù del ritorno alla distribuzione al dividendo dopo oltre un decennio.

A promuovere il collocamento delle azioni, presso investitori qualificati in Italia e investitori istituzionali esteri, è stato un consorzio di banche costituito da BofA Securities, Citigroup, Jeffries e Mediobanca in qualità di Joint Global Coordinators e Joint Bookrunners. Nell’ambito dell’operazione il Mef si è impegnato con i Joint Global Coordinators e Joint Bookrunners a non vendere sul mercato ulteriori azioni della banca per un periodo di 90 giorni senza il consenso degli stessi Joint Global Coordinators e Joint Bookrunners e salvo esenzioni, come da prassi di mercato. (lt)

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