Più ammortizzatori sociali per superare l’attuale periodo di difficoltà, ma anche politiche industriali per il rilancio di un comparto come quello della moda, che in Toscana vale una fetta importante del manifatturiero regionale: le richieste avanzate da Cgil, Cisl e Uil, che all’indomani della firma del contratto nazionale del tessile-moda hanno portato in piazza a Firenze duemila persone per un corteo nelle vie del centro, trovano l’ascolto delle istituzioni locali, e il sostegno di Confindustria Toscana.
Il sistema moda in Toscana impiega oltre 110mila persone, di cui la maggior parte nei segmenti produttivi (tessile, abbigliamento, conceria, calzature, pelletteria, accessori, gioielleria), compresa la produzione di macchinari. Si stima che fino all’8% di tutti gli occupati della regione lavori nel comparto, il 40% di tutto il manifatturiero, per un valore aggiunto di 5,5 miliardi di euro.
“E’ una crisi strutturale, serve la Cig ma non basta”
“Le nostre richieste sono innanzitutto un approccio sistemico, perché questa non è una crisi congiunturale, è una crisi davvero strutturale”, ha detto Silvia Russo, segretaria generale della Cisl Toscana. “Abbiamo necessità – ha aggiunto – che Confindustria si assuma le sue responsabilità, che la Regione apra un tavolo complessivo sul sistema moda e tutta la filiera che lo compone, e che il governo aumenti lo stanziamento per la Cig in deroga”.
“E’ una crisi strutturale, non più ciclica – ha osservato Paolo Fantappiè, segretario generale della Uil Toscana – e ci preoccupa tantissimo perché non bastano solo gli ammortizzatori sociali, servono risposte da parte della committenza e delle imprese, ci devono dire come si potrà andare avanti, come si può superare questa crisi, perché veramente ora serve uno scatto importante da parte anche dell’impresa, e non solo delle istituzioni: hanno fatto grandi profitti negli anni passati, ora devono dirci cosa fare, non possono lasciare il fiammifero in mano ai lavoratori e al sindacato”.
“Le griffe e il sistema delle imprese – ha sottolineato Bernardo Marasco, segretario generale Cgil Firenze – devono dare una risposta con un progetto industriale coerente, e ovviamente devono essere messi in campo gli ammortizzatori sociali per evitare che in questa trasformazione che dobbiamo gestire chi ne faccia le spese siano i lavoratori, perdendo il posto di lavoro, senza avere poi i volumi produttivi per riprendere il futuro di questo distretto. Le otto settimane di Cig sono ‘acqua fresca’: perché non riguardano il settore della concia, della pelle e della metalleria, quindi ovviamente di gran parte del distretto; e perché noi abbiamo bisogno sia di riazzerare i contatori ordinari, sia di avere settimane straordinarie, perché il 2025 sarà l’anno della riorganizzazione”.
“La moda è il nostro automotive, va salvaguardato”
Il corteo, arrivato a contare fino a 2.000 manifestanti, è terminato in via Cavour dove una delegazione sindacale ha incontrato alcuni assessori della Regione nel palazzo del Consiglio regionale della Toscana, mentre un’altra delegazione è stata ricevuta in prefettura a Palazzo Medici Riccardi. In contemporanea alla partenza del corteo, intorno alle 10 di mattina, una ulteriore delegazione sindacale ha incontrato il presidente di Confindustria Toscana, Maurizio Bigazzi, nella sede di via Valfonda.
Le richieste dei sindacati, ha commentato Bigazzi, “sono anche le nostre, a partire dalla necessità di traguardare la nostra filiera del lusso oltre la crisi, fino alla lotta senza quartiere all’area grigia e alla necessità di ammortizzatori sociali e formazione. Sono punti individuati già nel patto di sistema siglato con le rappresentanze fiorentine della categoria lo scorso febbraio. Ed è da tempo che chiediamo, come voi, attenzione e risposte alle Istituzioni”. La moda, ha sottolineato, “è il nostro automotive: tutte le istituzioni possono e devono intervenire per garantire e salvaguardare questo patrimonio imprenditoriale toscano che ha un’importanza europea, perché qui si produce eccellenza”.
Il 18 novembre tavolo in Regione
Per salvaguardare la filiera, secondo Bigazzi, “servono più strumenti, sia per superare il momento di crisi contingente, a partire dagli ammortizzatori sociali per tutte le imprese e per un periodo più lungo, fino alle moratorie fiscali e sul credito; sia per consentire una trasformazione dei modelli produttivi, in relazione ai cambiamenti dei mercati. Serve più formazione per gli imprenditori e per i lavoratori, così come misure di sostegno agli investimenti e all’innovazione”.
Tutte richieste che il presidente di Confindustria Toscana vuole rilanciare già a partire dalla riunione convocata dal presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, per lunedì 18. “La Regione è pronta a fare la sua parte – ha replicato il governatore – e non solo continuando a chiedere al Governo di mettere in campo tutti gli strumenti necessari a cominciare da ammortizzatori sociali adeguati: siamo pronti a lavorare a un progetto di reazione alla crisi e al tempo stesso di rilancio del distretto toscano della moda e del lusso”.
Leonardo Testai