Dopo una trattativa durata più di sei mesi, è stato firmato oggi, 11 novembre, il rinnovo del contratto nazionale del settore tessile-abbigliamento-moda, scaduto lo scorso 31 marzo e che interessa 41mila imprese con quasi 400mila addetti, di cui circa 100mila in Toscana. La firma è avvenuta tra Sistema Moda Italia (Smi), l’associazione che fa capo a Confindustria, e i sindacati Femca-Cisl, Filctem-Cgil e Uiltec-Uil. Il contratto abbraccia il periodo 1 aprile 2024-31 marzo 2027 e introduce evoluzioni in termini di welfare, pari dignità dei lavoratori, bilanciamento lavoro-vita privata, aggiornamento professionale degli addetti, attrattività del settore verso i giovani, adeguamento delle retribuzioni all’aumento del costo della vita.
Welfare al posto di (una parte dei) soldi
L’incremento medio del minimo contrattuale è di 200 euro lordi complessivi (al 4° livello dell’inquadramento), che sarà erogato in tre tranche (95 euro da dicembre 2024; 57 euro da gennaio 2026; 48 euro da gennaio 2027). Ma, per massimizzare il reddito netto dei lavoratori, sono previsti ulteriori 200 euro all’anno (nel 2024, 2025 e 2026) da erogare sotto forma di welfare (sociale, istruzione, assistenza familiare, beni e servizi in natura).
Stop alle differenze tra operai, impiegati, intermedi
L’accordo elimina le discipline normative speciali – che finora regolavano in modo diverso operai, impiegati e intermedi – e prevede una sola disciplina contrattuale applicabile a tutti che ha effetti sull’assunzione di giovani, sul trattamento economico di malattia, sulle ferie e preavviso.
Alla ricerca dell’equilibrio tra lavoro e famiglia
Per bilanciare lavoro e famiglia, chi ha figli fino a tre anni potrà trasformare (temporaneamente) il rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale; aumentano le ore straordinarie che possono essere accantonate dal lavoratore in banca ore; si estendono i permessi per decesso o grave infermità dei figli e del genitore del coniuge, del partner dell’unione civile e del convivente; debuttano i permessi per i genitori per le malattie dei figli minori e l’aspettativa per le terapie di fecondazione assistita.
L’aggiornamento delle competenze professionali
Un tema cruciale per la competitività del futuro è considerato l’aggiornamento delle competenze professionali; per questo si è deciso di rivedere l’inquadramento contrattuale dei lavoratori, che servirà a stimolare la crescita e a riconoscere le professionalità; di investire ancora nella formazione continua (almeno otto ore annue nel 2025 e nel 2026); di potenziare i permessi-studio (48 ore all’anno) degli studenti universitari che lavorano.
Aumenta l’assistenza sanitaria integrativa
Aumentano i contributi a carico delle aziende per l’assistenza sanitaria integrativa gestita da Sanimoda (da 15 a 18 euro al mese), mirato a migliorare le prestazioni del piano-base; aumenta (da 2% al 2,3%) il contributo a carico delle aziende per il fondo di previdenza complementare, gestito da Previmoda; sale da 0,20 a 0,24% il contributo per l’assicurazione vita e invalidità gestito da Previmoda. Inoltre le parti hanno concordato la costituzione di un nuovo ente bilaterale chiamato Ente bilaterale Moda (Ebm), finanziato dalle imprese e dai lavoratori (con un contributo annuale di 6 euro per dipendente), che avrà lo scopo di supportare le iniziative a favore del settore e di completare il sistema di welfare contrattuale con nuovi servizi.
Nuovo rapporto tra aziende e lavoratori
“Pur in un momento particolarmente difficile per tutta la filiera del tessile abbigliamento – afferma Sergio Tamborini, presidente di Smi – abbiamo firmato un contratto nazionale che segna l’inizio di un cambiamento positivo e costruttivo nel rapporto tra aziende e lavoratori”. “Un contratto innovativo che punta sulle relazioni industriali per il rilancio del settore”, aggiungono Sonia Tosoni, Raffaele Salvatoni e Livia Raffaglio, segretari nazionali di Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil.
La moda in sciopero a Firenze
Ma proprio le difficoltà evocate da Tamborini porteranno martedì 12 novembre i lavoratori del settore moda della Toscana in piazza. La manifestazione regionale “Il lavoro non è fuori Moda” è promossa da Cgil, Cisl e Uil a Firenze innanzitutto per tutelare l’occupazione (110mila persone impiegate tra tessile, abbigliamento, concia, pelletteria, calzature e accessori metallici) che, dopo mesi di rallentamento produttivo e di mercato, è a rischio soprattutto nelle aziende più piccole. I sindacati chiedono ammortizzatori in deroga, contrasto all’illegalità, qualificazione della filiera, formazione di nuovi profili, supporto ai processi di aggregazione, convocazione del tavolo regionale della moda. Nell’occasione i sindacati fiorentini hanno indetto una giornata di sciopero.
Silvia Pieraccini