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Territorio

18 settembre 2024

A Firenze il Festival sulle trasformazioni delle città (nel nome di Michelucci)

Tre giorni (26-28 settembre) per indagare la transizione sociale, ambientale e culturale attarverso talk, visite e spettacoli.

Silvia Pieraccini
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In ogni città ci sono luoghi-simbolo della transizione sociale, ambientale e culturale, e a Firenze questi luoghi sono la Manifattura Tabacchi, le Murate, il Granaio dell’Abbondanza (oggi sede dell’Innovation Center della Fondazione Cr Firenze) in piazza del Cestello. Sono proprio questi tre luoghi che tra pochi giorni ospiteranno gli incontri pubblici (visibili anche in streaming) promossi dalla Fondazione Giovanni Michelucci per indagare la dimensione urbana contemporanea, cuore del Festival della Nuova Città (26-28 settembre), arrivato alla terza edizione.

Tutto nasce dalla rivista fondata da Michelucci nel 1945

La Nuova Città era il nome della rivista attraverso la quale a partire dal 1945 l’architetto Giovanni Michelucci aveva cominciato a ragionare sulla città contemporanea e sulle sue trasformazioni per soddisfare “i bisogni delle nuove genti”; ora quella rivista si è trasformata in un Festival che quest’anno ha come tema, appunto, la transizione. Firenze da questo punto di vista offre parecchi spunti, dall’emergenza abitativa che tocca studenti e giovani coppie all’overtourism che soffoca la città, da gestire con nuovi strumenti e nuove politiche.

Cinque incontri pubblici a Firenze

Abbiamo capito cosa non funziona più del passato – ha spiegato la presidente della Fondazione Michelucci, Silvia Botti, presentando la rassegna – ma facciamo ancora fatica a capire cosa può funzionare nel futuro. Quest’anno abbiamo deciso di organizzare i cinque incontri pubblici a Firenze, e non a Fiesole dov’è la nostra sede, per essere presenti nei luoghi dove avvengono le trasformazioni“. Si parlerà di progetti urbani per risolvere i problemi della contemporaneità col designer Alvar Aaltissimo che usa l’ironia e la provocazione per raccontare le emergenze sociali; di transizione sociale con l’antropologo Filippo Furri; di carcere e reinserimento sociale con Carlo Mazzerbo; di transizione culturale con Valentina Gensini; di sfide per l’economia civile con Luigino Bruni; di transizione ambientale col prof Giangi Franz. Previste anche passeggiate architettoniche nei luoghi della trasformazione.

Una rete di enti collabora all’organizzazione del Festival

“Abbiamo scelto una pluralità di linguaggi, dalla satira alle conversazioni serie passando per le visite guidate alle tre location – ha aggiunto la presidente – per riflettere sulla transizione ambientale e tecnologica, sulle condizioni abitative e sulle fragilità delle città, mantenendo alta l’attenzione sul legame tra architettura e trasformazione urbana grazie anche alla rete di enti che collaborano con con noi, che è sempre più ampia”. La visione di Giovanni Michelucci di “architettura vivente” frutto di un progetto corale con al centro l’uomo e la comunità è alla base del Festival: “Rigenerazione urbana significa trasformare la città per trovare una nuova dimensione”, ha spiegato il direttore della Fondazione Michelucci, Andrea Aleardi.

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Silvia Pieraccini

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