Si profila un periodo di oltre due anni a disposizione per mettere in cantiere la reindustrializzazione dello stabilimento Beko di Siena, con i 299 lavoratori “coperti” dalla Cassa integrazione straordinaria fino alla fine del 2027: è quello che emerge dall’intesa tra azienda, sindacati e ministeri raggiunta al ministero delle Imprese e del Made in Italy dopo dodici ore di trattativa, intesa che ora sarà sottoposta al voto dei lavoratori, e siglata ufficialmente il 14 aprile a Roma se il referendum darà esito positivo.
Nel quadro complessivo della vertenza, Siena sarà l’unico stabilimento Beko a chiudere: il sito di viale Toselli sarà acquisito da Invitalia con il Comune, per avviare subito il processo di reindustrializzazione. Gli esuberi in Italia dovrebbero ridursi dai 1.935 del piano presentato dall’azienda a novembre a meno di mille. Non ci sarà nessun licenziamento collettivo: gli esuberi verranno gestiti con uscite volontarie e incentivate economicamente. L’intesa con Beko, peraltro, prevede più di 300 milioni di investimenti in Italia da parte della multinazionale del bianco.
Sindacati soddisfatti: “Abbiamo avuto garanzie”
I sindacati hanno espresso soddisfazione per l’esito della trattiva romana. “All’inizio si parlava di chiusura al 31 dicembre 2025, oggi si parla di chiusura definitiva al 31 dicembre 2027”, rivendica il segretario della Fim Cisl di Siena Giuseppe Cesarano. “Siamo riusciti a garantire ai lavoratori un’uscita economica importante da 90mila euro per chi lo vorrà oltre ad un ‘una tantum’ da 15mila euro per chi sceglierà la cassa integrazione fino a tutto il 2027”, ha aggiunto Massimo Martini della Uilm-Uil di Siena.
“E’ stata una trattativa sofferta ma siamo soddisfatti perché Siena è cascata in piedi, oggi possiamo dire che le garanzie chieste alla multinazionale almeno in parte sono state raggiunte” ha sottolineato Daniela Miniero, segretaria della Fiom Cgil di Siena. “Gli ammortizzatori sociali saranno conservativi e non per cessazione, e questo sottintende la continuità lavorativa ai dipendenti Beko e un futuro industriale alla città di Siena”, ha aggiunto Miniero, sottolineando che “abbiamo fatto scrivere nell’accordo che, qualora a settembre 2027 non sia stato individuato il futuro reindustrializzatore, noi torneremo al tavolo per discutere come dare una soluzione ai 299 lavoratori o quelli che rimarranno”.
Giani dialoga con Urso: “Presto novità positive”
Dell’acquisto dello stabilimento della Beko di Siena da parte di Invitalia, il primo passo per la reindustrializzazione, “ne abbiamo parlato a lungo con il ministro Urso proprio domenica mattina a Verona in occasione del Vinitaly – ha commentato il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani -, con lui abbiamo concordato ora di impegnarci a lavorare nel momento in cui lo stabilimento, sappiamo che attraverso Invitalia diventa pubblico, per trovare probabilmente chi oltre la Beko può dare lavoro ed occupazione alle circa 300 persone che ci lavorano. Sotto questo aspetto ci sono dei passaggi che potrebbero portarci anche presto a delle positive novità”.
“Il governo ha dimostrato di avere, come priorità, l’occupazione e la tutela dei lavoratori”, afferma il deputato senese e vicecoordinatore regionale toscano di Fratelli d’Italia Francesco Michelotti, spiegando che “in attesa del percorso di reindustrializzazione auspichiamo l’avvio di un tavolo locale con le parti sociali coinvolte, Confindustria, i sindacati, in modo tale che possano essere reperiti i fabbisogni delle aziende sul territorio; in tal modo si potranno avere maggiori possibilità per la formazione e la ricollocazione dei lavoratori della Beko in cassa integrazione. Una sorta di ‘doppio binario’, per non lasciare davvero niente di intentato”.
Leonardo Testai