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21 dicembre 2023

Addizionale Irpef, passa l’aumento: emendamento approvato

Iv esce dall’aula del Consiglio regionale al momento del voto. Aliquote al massimo sopra i 28mila euro di reddito.

Leonardo Testai

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La stangata regionale sull’Irpef da ipotesi last minute diventa legge: il Consiglio regionale della Toscana ha approvato la nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza regionale 2024, con l’emendamento che porta ai valori massimi le aliquote per l’addizionale Irpef relative ai redditi sopra i 28mila euro. Come ipotizzato alla vigilia, i due consiglieri di Italia Viva – il capogruppo Stefano Scaramelli e Maurizio Sguanci – sono usciti dall’aula al momento della votazione sull’emendamento, approvato dunque con i soli voti favorevoli del Pd.

L’aumento dell’addizionale Irpef è la risposta della Giunta regionale toscana alle difficoltà nel ripianare il rosso di bilancio della sanità, che Palazzo Strozzi Sacrati attribuisce alla mancata erogazione delle risorse del cosiddetto Payback delle imprese del settore dei dispositivi sanitari. I consiglieri sono giunti al voto dopo tre sospensioni dei lavori ottenute da esponenti di Pd e Iv, impegnati in riunioni a Palazo del Pegaso – dove si è presentato anche il segretario regionale Pd, Emiliano Fossi, per appianare le divergenze sul provvedimento. Le opposizioni hanno protestato vivacemente: dai propri banchi i consiglieri regionali della Lega hanno srotolato in aula uno striscione con la scritta ‘Giù le mani dalle tasche dei toscani’.

Quanto pagherà in più il cittadino

Per effetto della modifica votata dal Consiglio, l’addizionale Irpef regionale arriverà ai parametri massimi per i due scaglioni maggiori: l’aliquota salirà dall’1,73% al 3,33% per i redditi oltre i 50mila euro lordi annui, e dall’1,68 al 3,32% per quelli tra 28mila e 50mila. Nessuna modifica, invece, per i redditi sotto i 28mila euro. Non sono soggette all’addizionale Irpef le partite Iva in regime forfettario.

La maggiore imposta mensile da versare, secondo il calcolo presentato il giorno prima della votazione dal capogruppo Pd Vincenzo Ceccarelli, sarà di 9,57 euro (114,84 all’anno) per chi percepisce 35mila euro annui; 30,07 euro (360,84 all’anno) su 50mila; 36,73 euro (440,76 all’anno) su 55mila. Salendo di reddito, la maggiore imposta mensile sarà di 96,73 euro (1160,76 all’anno) su 100mila, di 123,40 euro (1480,80 all’anno) su 120mila, di 163,40 euro (1960,80 all’anno) su 150mila, e di 230,07 euro (2.760,84 all’anno) su 200mila.

Botta e risposta tra Giani e le aziende

“Questo Governo ha scelto le lobby rispetto al popolo perché ha preferito tutelare le lobby dei dispositivi sanitari, decidendo di non dare alle Regioni le risorse del payback e ci ha costretto a fare questa manovra”, accusa il governatore Eugenio Giani, che ha firmato in prima persona il controverso emendamento. Un Giani rinfrancato dalla mossa dei consiglieri di Iv: “E’ salva anche la maggioranza”, ha detto, osservando che “con questa assenza e con il voto favorevole sulla gran parte dei provvedimenti in cui consiste la manovra di bilancio si pongono in una situazione di differenziazione ma che noi possiamo tollerare perché costruttiva e quindi la maggioranza, alla fine, devo dire che ne esce rafforzata”.

Assai diversa la posizione delle aziende. “Non è assolutamente responsabilità del nostro comparto la decisione di un aumento Irpef 2024”, ribatte Massimo Rambaldi, presidente Associazione fornitori ospedalieri Toscana, aderente a Fifo Confcommercio, ricordando che “gli atti del Governo e delle Regioni sono stati impugnati al Tar del Lazio che ha sospeso le richieste di pagamento rinviando tutto alla Corte Costituzionale”. Per Gennaro Broya de Lucia, presidente di Pmi Sanità, “l’applicazione del payback dispositivi medici ad aziende (circa 2.000) che, per aggiudicarsi le gare di appalto, hanno già dovuto offrire notevoli ribassi sul prezzo iniziale (anche fino al 40%), determinerebbe vendite in perdita con il grave rischio di fallimento e il licenziamento di circa 200.000 lavoratori”.

I sindacati hanno espresso la loro contrarietà al provvedimento della Regione, sia pure con diversità di accenti: fortemente contro Uil e soprattutto Cisl, più concentrata sulle critiche al governo la Cgil. “Da oggi la Cisl metterà in campo una mobilitazione su tutti i territori – ha affermato il segretario generale toscano Ciro Recce -, fino ad una manifestazione regionale nelle prossime settimane; perché tutti i toscani sappiano quanto è ingiusta questa scelta e possano dimostrare la loro contrarietà”.

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Leonardo Testai

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