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Industria

07 giugno 2024

Agroalimentare, per Prometeia l’industria toscana è troppo piccola

Forum UniCredit a Scansano: uno studio rileva un gap dimensionale che limita le potenzialità dell’export regionale.

Leonardo Testai
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Il comparto agroalimentare della Toscana ha bisogno di una crescita dimensionale delle imprese di trasformazione per sfruttare in pieno le opportunità offerte dai mercati internazionali. E’ la tesi emersa da uno studio di Prometeia, presentato al Forum delle Economie Food Experience organizzato da UniCredit a Scansano (Grosseto), che ha ospitato anche una sessione di B2B che ha permesso a una trentina di imprese locali di incontrare 7 buyers esteri, provenienti da Polonia, Danimarca, Bosnia, Ungheria, Romania e Croazia, per avviare nuove partnership commerciali.

Il quadro dell’agrifood regionale fotografato da Prometeia presenta oltre 55mila aziende, per oltre 88mila addetti e un fatturato aggregato di 9,9 miliardi di euro. L’export vale 3,5 miliardi: ma la sua crescita annua, nell’ultimo quinquennio, è stata più lenta (7%) rispetto a regioni dell’area del Centro-Nord come Emilia-Romagna (8,4%) e Marche (7,7%), scontando soprattutto nel 2023 una debolezza delle vendite estere della filiera vitivinicola e del florovivaismo. Ragione per cui i ricercatori vedono ancora “importanti spazi di crescita” per la proiezione internazionale dell’agroalimentare della Toscana: questo perché nella fase di trasformazione industriale la dimensione media delle aziende toscane è pari a 2 milioni di euro di fatturato, contro i 3,4 della media nazionale.

“Mercato interno asfittico, la crescita è all’estero”

“Alla luce delle prospettive non particolarmente brillanti del mercato interno – afferma Prometeia -, su cui pesano tendenze demografiche penalizzanti ormai ben definite, le maggiori opportunità di crescita per l’agrifood italiano e toscano saranno ancora da cogliere nei mercati esteri. Proseguire nel percorso di internazionalizzazione consentirà al settore di salvaguardare i livelli di attività, a fronte di un mercato interno che, nella migliore delle ipotesi, si manterrà sostanzialmente stagnante nei prossimi anni. Lo scenario prospettico positivo delle economie avanzate, pur con le dovute cautele, dovrebbe agevolare il percorso di internazionalizzazione anche per le imprese più piccole, alla luce della maggiore accessibilità di questi mercati rispetto a quelli emergenti e del riconoscimento della qualità delle produzioni alimentari italiane da parte dei consumatori esteri”.

Tuttavia, per i ricercatori, le sfide per il futuro dell’agroalimentare – in Toscana e non solo – non riguardano solamente i mercati esteri, coinvolgendo il modo stesso di intendere l’attività agricola e di trasformazione degli alimenti. “Motore della trasformazione – secondo Prometeia – è l’innovazione tecnologica, non solo destinata ad aumentare le rese, la produttività o le vendite (meccanizzazione, digitalizzazione dei processi aziendali e dei canali di marketing), ma intrecciata con la sua ‘gemella’ ambientale, per ridurre l’impatto sull’ambiente delle attività agricole (attività che dal cambiamento climatico in atto sono le più colpite) e aumentare l’efficienza energetica e degli altri input (acqua in primis) di tutti i processi aziendali”.

“Oggi esportiamo il 30% di Morellino, vogliamo di più”

UniCredit ha organizzato il Forum in collaborazione con il Consorzio di Tutela Del Vino Morellino di Scansano Docg e con il Consorzio tutela Pecorino Toscano Dop. “Guardiamo al futuro con un certo ottimismo, consapevoli delle opportunità da cogliere che ci permetteranno di far crescere la quota export del Morellino, oggi circa del 30%”, ha detto Bernardo Guicciardini Calamai, presidente del Consorzio Morellino di Scansano. “Il Pecorino Toscano Dop da oltre 30 anni affronta i mercati esteri con continuità, trovando soddisfazione sia in Europa che oltreoceano”, ha aggiunto Andrea Righini, direttore del Consorzio tutela Pecorino Toscano Dop.

“Iniziative come questo Forum sono essenziali per intercettare le reali necessità delle aziende del territorio e individuare strategie di crescita sostenibili”, ha affermato Andrea Burchi, Regional Manager Centro Nord di UniCredit: “Il nostro obiettivo – ha aggiunto – è sostenere l’agribusiness nella crescita e nella transizione Esg, accompagnando le imprese verso nuovi modelli di servizio innovativi. Ci impegniamo ad offrire ai nostri clienti prodotti, servizi e consulenze capaci di rispondere in concreto alle specifiche esigenze delle filiere. Al nostro ruolo di partner finanziario, affianchiamo attività di matching, B2B e confronti con interlocutori di rilievo”.

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Leonardo Testai

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