Stretta tra due fattori anomali – da una parte il mercato turco che tira come mai successo prima, dall’altra i rialzi delle quotazioni dell’oro – l’industria del gioiello di Arezzo continua a crescere ma comincia anche a interrogarsi.
Le performance ‘anomale’ della Turchia
Nel primo semestre 2024 le esportazioni del distretto aretino sono più che raddoppiate, segnando +136% (e superando i 3,8 miliardi di euro) rispetto al +17% realizzato da Vicenza, +2% da Milano e +1% da Valenza. La spiegazione, oltre che nei rialzi delle quotazioni dell’oro, sta nelle performance ‘anomale’ della Turchia, diventato il primo mercato di sbocco dei gioielli aretini, performance che Confindustria Federorafi spiega con tre fattori: la ricerca di nuove rotte a causa dei conflitti russo-ucraino e israelo-palestinese; l’aumento dei dazi/tassazione locale sull’oro (che ha incentivato l’importazione da parte degli operatori turchi di semilavorati o prodotti finiti, come confermano le analisi del World Gold Council); l’alta inflazione, le tensioni politiche interne, i tassi di interesse reali negativi che hanno spinta la domanda turca di gioielleria con finalità di investimento.
L’export rallenta, il mercato interno resta cauto
Dal giugno scorso l’export italiano verso la Turchia ha cominciato a scendere (-82% rispetto a maggio) e ora “sembra profilarsi il riassorbimento progressivo del fenomeno”, afferma Federorafi prevedendo un autunno complicato. “Depurando” l’export italiano dal boom turco, infatti, il settore nel primo semestre dell’anno avrebbe già segnato una frenata (-0,3%), visto che il fondamentale mercato Usa è calato dell’1,6% rispetto allo stesso periodo 2023. A questo si aggiunge il fatto che il mercato interno è cauto.
Il Summit del Gioiello guarda ai giovani consumatori
Di queste prospettive – oltre che dei furti che stanno seminando terrore tra le aziende orafe (24 tra riusciti e tentati dall’inizio dell’anno) – si è parlato oggi, 5 dicembre, nel corso della quarta edizione del Summit del Gioiello italiano organizzato da Italian Exhibition Group (Ieg, organizzatrice delle fiere OroArezzo e VicenzaOro) all’auditorium di Arezzo Fiere e Congressi, che ha visto, tra i partecipanti, il presidente del comitato scientifico di Ispi Paolo Magri e i tavoli con le associazioni di settore. Il Summit prosegue venerdì 6 dicembre con l’incontro tra giovani e aziende: “Dopo aver pensato alle maestranze del gioiello made in Italy di domani – afferma Ieg – occorre pensare a chi domani ne sarà l’acquirente”.
Il progetto Vivioro per avvicinare la Generazione Z
«Capire che cosa chiedono i giovani consumatori è fondamentale per le aziende – afferma Giordana Giordini, presidente della sezione Oreficeria e Gioielleria di Confindustria Toscana sud -. Uno strumento per rispondere a questa domanda è Vivioro, il progetto pensato con Federpreziosi per promuovere il gioiello di Arezzo ‘sintonizzandoci’ sulle nuove sensibilità della Generazione Z”. “Vivioro è il progetto nato per garantire l’elevata qualità delle produzioni delle nostre aziende – aggiunge Massimo Guasconi, presidente della Camera di commercio Arezzo-Siena – e soprattutto per avvicinare, con un linguaggio comunicativo più legato al mondo dei social, i consumatori più giovani accrescendo il loro interesse verso il gioiello made in Italy e le opportunità professionali che questo settore offre».
Silvia Pieraccini