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14 aprile 2025

Aumentano fallimenti e concordati in Toscana (+16%), sono più che in Campania e in Emilia

Nel 2024 le procedure concorsuali gravi sono cresciute di oltre 100, arrivando a 761. Ecco i motivi all’origine delle crisi d’impresa.

Silvia Pieraccini
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Erano cresciute nel 2023, e aumentano a un ritmo ancora maggiore nel 2024 le procedure concorsuali gravi, cioè le liquidazioni giudiziali e le liquidazioni controllate delle aziende (che si chiamavano fallimenti e concordati fallimentari fino al giugno 2022, quando è entrato in vigore il nuovo Codice della Crisi d’impresa e dell’Insolvenza). In Toscana si è passati dalle 605 procedure del 2022, alle 655 del 2023 (+8,3%), fino alle 761 procedure concorsuali gravi del 2024 (+16,2%) che interessano tutte le forme giuridiche, secondo i dati dell’Osservatorio Procedure e Liquidazioni di Cerved. La Toscana è la quarta regione italiana per numero di procedure gravi, preceduta solo da Lombardia (1.945 nel 2024), Lazio (1.126) e Veneto 786. Dopo la Toscana si piazzano la Campania (750), il Piemonte (659), la Sicilia (642) e l’Emilia-Romagna (631).

In crescita anche le liquidazioni in bonis

Il dato toscano è in linea con quello nazionale: +9,8% nel 2023 e +17,2% nel 2024, quando si sono registrate 9.194 procedure concorsuali gravi. I settori a più alto tasso di crisi sono l’edilizia (la fine della stagione dei bonus ha messo in difficoltà le aziende più fragili nel gestire l’indebitamento) e la ristorazione. In crescita sono anche le liquidazioni in bonis, arrivate a 119.597 nel 2024 a livello italiano – segnala Cerved – e, soprattutto, le “altre procedure” come procedimenti unitari e misure cautelari e protettive (4.389 nel 2024) previste dal Codice della Crisi d’impresa, che ha l’obiettivo di anticipare la crisi e evitare l’uscita dell’impresa dal mercato.

Costi energetici e tassi d’interesse all’origine delle crisi d’impresa

“Nell’ultimo biennio si evidenzia una crescita di eventi fallimentari come effetto del forte incremento dei costi, soprattutto energetici, e degli oneri sui debiti – afferma Cerved -. Il peggioramento della congiuntura economica nel 2024 ha accelerato la dinamica di uscita di imprese dal mercato. I forti incrementi dell’inflazione e gli alti costi di finanziamento hanno scoraggiato il proseguimento dell’attività per molte imprese”.

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Silvia Pieraccini

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