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07 ottobre 2024

Biotech, farmaci, dispositivi medici: la Toscana cresce ma potrebbe fare ancora di più

Una ricerca di DIH e Università di Firenze sulla filiera delle scienze della vita segnala le potenzialità inespresse. Un convegno- il 9 ottobre a Firenze.

Silvia Pieraccini
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E’ cresciuta a ritmo sostenuto negli ultimi dieci anni, ma la filiera toscana delle scienze della vita – che comprende aziende, Università, centri di ricerca attivi nelle biotecnologie, farmaceutico, dispositivi medici, nutraceutica, cosmeceutica e Ict applicato a questi settori – potrebbe fare ancora meglio. “E’ un ecosistema dinamico e innovativo di grande valore, ma ancora inferiore alle sue potenzialità”, afferma la ricerca condotta dal Digital Innovation Hub Toscana di Confindustria e dall’Università di Firenze che sarà discussa mercoledì 9 ottobre a Firenze nell’incontro “L’ecosistema dell’innovazione nelle scienze della vita in Toscana”, in programma alla Stazione Leopolda inserito nell’evento internazionale “EventX Life Sciences. Crossroads in healthcare”.

Rafforzare i rapporti tra imprese strutturate e startup

I tasti su cui occorre spingere per crescere, secondo la ricerca, guardano sia ai soggetti privati che pubblici: “Occorre rafforzare i rapporti tra imprese strutturate e startup – si afferma – e tra mondo produttivo e della ricerca, e rafforzare l’azione degli intermediari dell’innovazione”. Tra le linee di policy e di sostegno allo sviluppo dell’ecosistema proposte, ci sono anche l’aumento dei finanziamenti per ricerca e sviluppo e il potenziamento dell’accesso ai mercati internazionali.

Le startup innovative nelle scienze della vita sono poche

Le startup innovative nelle scienze della vita, in particolare, sono un elemento di relativa debolezza in Toscana, perché il loro numero è più basso rispetto a regioni come Lombardia e Emilia Romagna, anche se “il settore è in crescita e offre molte opportunità di miglioramento”, afferma la ricerca. Nel primo semestre 2024, il 4,4% delle startup complessive toscane appartiene al settore delle scienze della vita, in linea con la media nazionale (ma superiore di quasi un punto percentuale al Lazio).

Buon livello di benessere ma scarso dinamismo

Guardando all’Innovation Index europeo, in un contesto nazionale di sostanziale arretratezza delle regioni italiane (salvo la Lombardia), la Toscana si colloca al 153esimo posto su 234, distinguendosi positivamente in alcuni indicatori relativi al filone dell’innovazione ma soprattutto della salute (come l’aspettativa di vita in buona salute e la mortalità infantile). È valutata una regione con un buon livello di benessere ma che fatica a stare al passo delle regioni più dinamiche del paese e del contesto europeo.

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Silvia Pieraccini

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