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07 ottobre 2024

Affitti brevi a Firenze, gli imprenditori depositano il ricorso-bis al Tar

Bocca (Federalberghi) chiede invece il blocco delle licenze sul modello di Barcellona e maggiori poteri ai sindaci.

Leonardo Testai
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Annunciato a fine luglio, contestualmente all’approvazione della delibera in Consiglio comunale, il ricorso al Tar di Property Managers Italia contro il secondo stop agli affitti brevi nell’area Unesco del centro di Firenze è stato depositato. “Speriamo di avere, già alla fine di ottobre, un’indicazione dai giudici sulla inefficacia della variante in salvaguardia”, afferma Lorenzo Fagnoni, amministratore delegato di Apartments Florence e presidente di Property Managers Italia, che nel ricorso al Tribunale amministrativo regionale della Toscana è seguita dallo studio legale Stancanelli.

Esprime un punto di vista opposto Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi nonché presidente della Fondazione Cr Firenze. “Su questo tema ci vuole più coraggio, come ad esempio ha fatto Barcellona che ha detto ‘dall’anno prossimo si bloccano le licenze'”, ha detto in una intervista all’Ansa, spiegando che il Codice Identificativo Nazionale (Cin) “è un passo avanti, ma non basta, non è la soluzione dei problemi. Non si può fare di tutta l’erba un fascio e paragonare un borgo al centro storico di Firenze. Serve una legge quadro nazionale e poi dare la possibilità ai sindaci dei vari Comuni di organizzarsi a seconda della loro situazione”.

“Limitare la proprietà privata non dà benefici”

Nell’ultimo anno, complice la corsa alla registrazione in vista dell’annunciato stop di Palazzo Vecchio, lo stralcio della norma dal Poc, e infine il pronunciamento del Tar con cui era decaduta la prima delibera in merito, gli iscritti al portale degli affitti turistici sono passati da 9.600 a 17.800: “Il tentativo di bloccare gli alloggi per i turisti non ha portato risultati, ma il Comune ha preferito insistere su questa strada”, sostiene Fagnoni. “Limitare la proprietà privata e la libera imprenditoria – dice – non porta alcun beneficio concreto alla città, l’unica conseguenza reale è il danno prodotto nei confronti dei tanti fiorentini che hanno la possibilità di ottenere una fonte di reddito, spesso indispensabile, affittando la propria abitazione, magari avuta da un’eredità familiare, ai viaggiatori”.

Per il presidente di Property Managers Italia “quella della giunta fiorentina è un’impuntatura ideologica. Senza la ricettività in appartamenti Firenze avrebbe carenza di posti letto e diventerebbe proibitiva per la maggior parte dei turisti: la maggior parte degli hotel progettati sono 5 stelle, e il divieto di affitti brevi avrebbe come unico effetto, già sperimentato in altre città, l’aumento dei prezzi degli alberghi. Siamo imprenditori e come tali abbiamo a cuore il destino delle nostre imprese, ma siamo prima di tutto cittadini di Firenze e vogliamo il meglio per la nostra città”.

Il dibattito è regionale (e nazionale)

La notizia del ricorso depositato riporta i riflettori anche sulla legge regionale toscana sul turismo in fase di gestazione. “Ad oggi la legge regionale Toscana è ideologica, crea un conflitto tra alberghiero ed extralberghiero”, accusa la consigliera regionale Sandra Bianchini (Fratelli d’Italia), secondo cui “il turismo non va denigrato ma gestito”, e “il testo voluto dal Pd prevede la possibilità per i Comuni con alta densità turistica, di stabilire limiti specifici agli affitti brevi pur non avendo, la Regione, competenza di legiferare su questo”.

Nei giorni scorsi sono stati invece due parlamentari liguri del Pd, Lorenzo Basso e Annamaria Furlan, ad annunciare la presentazione di un disegno di legge “per affrontare il fenomeno dell’overtourism, che riguarda non solo i piccoli borghi liguri e toscani ma anche i centri storici delle grandi città come Roma, Firenze, Venezia”. L’ispirazione è il cosiddetto ‘modello Portofino’, sostengono, che può tornare utile anche per Firenze: “Portofino è un borgo che, nonostante il turismo di massa e dello star system, è riuscito a mantenere la propria identità, a non snaturarsi – ha spiegato Furlan – perché ciò avvenga è necessario continuare a garantire i servizi essenziali, evitare lo spopolamento, regolamentare gli affitti brevi e in questo modo coltivare la comunità”.

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Leonardo Testai

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