Il rendering dello Student Hotel che sarà realizzato in viale Belfiore a Firenze
La pandemia ha inferto un colpo durissimo agli albergatori fiorentini, colpiti prima dal calo di clientela e poi dalle difficoltà finanziarie che questa ha scatenato. Le conseguenze di questo tsunami (ora aggravato dall’aumento dei costi dell’energia e delle forniture) si toccano con mano proprio in queste settimane che precedono la Pasqua, e che segnano la vera “ripartenza” del settore dopo due anni di passione: l’offerta dell’ospitalità fiorentina è cambiata.
Costi troppo alti per gli hotel a 1 e 2 stelle
Alcuni hotel, soprattutto quelli di livello più basso (1 e 2 stelle), e soprattutto quelli che non sono proprietari dell’immobile in cui operano (e dunque devono pagare l’affitto), hanno deciso di interrompere l’attività: troppo alti i costi di gestione e troppo incerte le prospettive di ripresa, anche per la forte concorrenza delle case-vacanza. “I piccoli albergatori che avevano immobili in affitto hanno restituito le chiavi alla proprietà”, chiosa Stefano Rosselli, presidente della sezione Industria alberghiera di Confindustria Firenze. “Dopo due anni di pandemia le casse sono vuote”, aggiunge.
Riconversioni a 4 stelle
Altri hotel stanno cercando di riconvertirsi su livelli più alti, solitamente alla categoria del 4 stelle. Ma lo scoglio spesso è la disponibilità finanziaria. “Stiamo cercando il supporto delle banche – aggiunge Rosselli – per avere finanziamenti a lungo termine, anche fino a 30 anni. Non vogliamo essere considerati una categoria ‘rischiosa’ a causa delle difficoltà patite con la pandemia, vorremmo piuttosto essere valutati per la tradizionale ospitalità fiorentina”.
In otto anni gli hotel d’alta gamma hanno conquistato 1.600 camere
Il trend di migrazione verso l’alto è confermato dai numeri. Dal 2013 al 2021 – dunque negli ultimi otto anni – gli hotel a 1, 2 e 3 stelle a Firenze hanno “perso” 822 camere, scendendo da 6.249 a 5.427. Nello stesso periodo gli hotel fiorentini a 4 e 5 stelle hanno “conquistato” 1.606 camere, salendo da 7.770 a 9.376.
Il fenomeno dell’innalzamento qualitativo, in atto anche a livello nazionale, non si è fermato durante la pandemia: dal 2019 al 2021 le camere degli hotel a 1 stella sono scese da 402 a 360; quelle degli hotel a 2 stelle sono passate da 1.027 a 976; le camere dei 3 stelle sono dimagrite da 4.137 a 4.091. Negli stessi anni le camere dei 5 stelle sono salite da 1.213 a 1.326, mentre quelle dei 4 stelle sono leggermente diminuite (da 8.143 a 8.050).
L’assalto dei grandi gruppi
Le operazioni in atto sono destinate a modificare ancora questo quadro. Il timore degli alberghi indipendenti è di essere “colonizzati” dai grandi gruppi, che più facilmente hanno disponibilità finanziarie e che infatti stanno investendo fortemente a Firenze: dalla catena alberghiera Marriott col brand W, un 5 stelle anticonformista che aprirà 120 camere nell’ex Majestic di piazza dell’Unità Italiana grazie all’accordo con la proprietà immobiliare Progetto Majestic; al gruppo alberghiero tedesco Ruby, attivo nell’ospitalità di design a prezzi accessibili, che aprirà 118 camere in uno dei palazzi ottocenteschi ex-Fondiaria in piazza della Libertà grazie all’accordo con la proprietà Gb Holding; fino allo Student Hotel di viale Belfiore, secondo albergo fiorentino della catena dopo quello in viale Lavagnini, che aggiungerà altre 600 camere.
“In questo momento gli investimenti li possono fare i fondi e i grandi gruppi – dice Giancarlo Carniani, vicepresidente di Confindustria Firenze – perché i piccoli imprenditori sono alla canna del gas”. Proprio per sostenere queste categorie, la sezione Industria alberghiera ha chiesto al Comune di inserire nel nuovo regolamento urbanistico la possibilità di ampliare i piccoli hotel che hanno bisogno di spazi comuni o di camere ‘annettendo’ appartamenti, affittacamere o b&b confinanti.
Silvia Pieraccini