Non si può limitare il commercio online, ma “non è più possibile che un’impresa nel nostro paese arrivi a pagare il 60% di tasse, mentre una grande azienda a livello globale che opera nel nostro paese paghi solo il 2, il 3, il 4 per cento”. Così Nico Gronchi, presidente di Confesercenti Toscana, ha aperto il convegno di Firenze sul tema della web tax, con l’assessore regionale all’economia Leonardo Marras, e tre europarlamentari (Simona Bonafè, Susanna Ceccardi, Nicola Danti).
In Italia, secondo Confesercenti, i colossi del commercio sul web – da Google a Facebook, da Microsoft a eBay – realizzano online ricavi per 3,3 miliardi di euro, ma nel 2019 hanno pagato in tasse soltanto 70 milioni. “Come Confesercenti Toscana – ha concluso Gronchi – chiediamo, attraverso i rappresentanti delle istituzioni, al Governo, al Parlamento e all’Europa di giocare un ruolo per contribuire alla costruzione di una tassazione globale che non sia punitiva o imbrigli l’economia, ma che sia invece equa e sostenibile, ma soprattutto rispetti la libera concorrenza e che quindi esistano stesse regole, stessi doveri, stessi diritti per tutti”.
Un’agenzia per le imprese verso il digitale
Confesercenti Toscana, oltre a una tassazione più equa, avanza anche altre due proposte: la creazione di un ambiente digitale integrato a livello nazionale dedicato alla piccola imprenditoria, e la costituzione di un’agenzia per le imprese, a partecipazione pubblica e privata, che possa sostenere lo sviluppo delle aziende.
Un punto, questo, che Marras declina in chiave toscana, ma con la Regione come protagonista, in sinergia con le associazioni imprenditoriali. “Lavoreremo insieme alle associazioni di categoria perché possa essere sempre di più sviluppata la capacità di stare nel mondo digitale, anche delle piccole e piccolissime imprese, soprattutto per il commercio, perché insieme a questa esperienza tutta toscana, straordinaria, dei centri commerciali naturali, possa esserci una sorta di verticalizzazione nell’ambito digitale, che possa migliorare il rapporto con la clientela, e addirittura acquisirne di nuova con la capacità di promozione che grazie al digitale può essere implementata. E poi c’è un allargamento dell’offerta dei servizi, di facilità, di relazione, di umanizzazione del rapporto che solo il commercio in sede fissa può esprimere, e non ha da questo punto di vista nessun competitor in grado di sostituirlo”.