La nuova collezione autunno-inverno 2023-2024 della conceria Superior
La storica conceria Superior di Santa Croce sull’Arno (Pisa), produttrice di pelli di lusso per i grandi marchi della moda, di proprietà della famiglia Caponi, passa nell’orbita del Gruppo Prada, che acquisisce una partecipazione del 43,6% e si appresta a consolidarla nel bilancio di gruppo. Il valore dell’operazione non è stato reso noto.
Superior ha sempre avuto un rapporto privilegiato col Gruppo Prada (di cui è socia al 40% in una conceria di Limoges, in Francia), anche se lavora (e continuerà a lavorare) per molti altri brand, da Chanel a Dior, da Louis Vuitton a Celine, da Saint Laurent a Loro Piana, da Valentino a Versace.
Superior sta recuperando terreno dopo la pandemia
Superior sta cercando di recuperare terreno dopo la fase difficile della pandemia (il fatturato 2020 si era dimezzato, da 52,8 a 26,5 milioni di euro), e ha chiuso il 2021 con 40 milioni di ricavi, con la previsione di toccare i 50 milioni a fine 2022. Negli ultimi tempi la conceria toscana ha investito in sostenibilità ambientale, riducendo la presenza di metalli nelle pelli, studiando con la Scuola Normale di Pisa la riduzione dei tempi di assorbimento dei prodotti chimici, certificandosi Carbon neutral (compenserà le emissioni utilizzando crediti di carbonio) e, ora, lanciando in occasione della fiera milanese Lineapelle (20-22 settembre) l’innovativa concia “bio-sostenibile”, applicata in una capsule di agnelli e finanziata da Unicredit attraverso il fondo “Futuro sostenibile”. Si tratta di una concia che, secondo quanto affermato dall’azienda, produce un cuoio biodegradabile, metal-free, a basso contenuto di bisfenoli (inferiore a 100 parti per milione) e senza glutaraldeide, fosfoni e derivati aldeidici.
Il controllo della filiera è ormai una priorità per i grandi marchi
L’operazione di Prada prevede che la gestione resti in mano a Stefano Caponi, attuale amministratore delegato di Superior. “L’ingresso nel capitale della conceria Superior – ha affermato Patrizio Bertelli, amministratore delegato e azionista di Prada – rappresenta un altro passo importante nel percorso strategico di integrazione verticale della filiera produttiva del Gruppo, per accrescere il know how industriale e controllare la qualità lungo tutte le fasi di lavorazione”.
E’ l’ennesima acquisizione di un marchio della moda nel distretto della concia di Santa Croce sull’Arno (250 concerie, 6mila addetti e 2,4 miliardi di fatturato pre-Covid), che dopo essere stato dominato per decenni da aziende familiari negli ultimi tre anni ha visto Lvmh acquisire una quota di minoranza della conceria Masoni; Chanel comprare la conceria Samanta di San Miniato; e anche il fondo Xenon acquisire le concerie Zuma e Casadacqua.
Silvia Pieraccini