Oltre sette imprese su dieci del comprensorio del cuoio prevedono una riduzione di fatturato rispetto allo scorso anno. Il dato arriva da una ricerca, commissionata da Cna Toscana e dalla Fondazione Cna Opera, al professor Gaetano Aiello dell’Università di Firenze su un campione di 119 aziende aderenti all’Associazione lavorazioni conto terzi settore conciario (Assa).
Comparando i dati del 2023 con quelli del 2024, la ricerca spiega che il 73% delle imprese esaminate prevede una riduzione del fatturato; e di queste il 38% prevede una diminuzione superiore al 20%. A prevedere, invece, incrementi è solo il 6% del campione.
Ecco cosa si attendono gli imprenditori
La ricerca analizza la situazione degli ultimi 5 anni per il settore della concia e spiega che prima si è assistito ad una ripresa, con conseguente crescita del fatturato tra il 2019 e il 2022, di un +8%; poi nel 2023 inizia l’inversione di tendenza con una diminuzione che è arrivata a -10% tra il 2022 e il 2023, con attese – da parte degli imprenditori – di ulteriore calo nel 2024.
Lo studio del professor Aiello, analizza anche l’impatto sull’occupazione che, tra il 2019 e il 2022, ha registrato una diminuzione di dipendenti del -7%, quindi si è stabilizzata tra il 2022 e il 2023 (+1%) e dovrebbe rimanere pressoché stabile anche per l’anno in corso. Il 67% delle imprese analizzate, infatti, dichiara di volere mantenere invariata la consistenza numerica dei dipendenti.
Il 65% delle aziende associate ad Assa e rese in esame dalla ricerca commissionata da Cna Toscana dichiara di volere ricorrere, quest’anno alla cassa integrazione, mentre nel 2023 è stato il 44% di loro.
Infine sul fronte investimenti, quasi nessuna imprese prevede incrementi; ed il 30% annuncia una riduzione significativa.
I commenti allo studio sulle imprese del cuoio
“I dati sono preoccupanti – dichiara il presidente di CNA Toscana Luca Tonini – e comincia a profilarsi il passaggio da crisi congiunturale a crisi strutturale, speriamo che non sia così”.
Mentre il professor Gaetano Aiello dell’Università di Firenze, che ha realizzato lo studio spiega: “sarà necessaria un’azione concertata di istituzioni territoriali, associazioni e singole imprese a favore delle aggregazioni di imprese così da costituire soggetti più forti ed in grado di affrontare la crisi. Infine, sarà importante estendere e rafforzare due importanti strumenti quali la cassa integrazione e la rinegoziazione dell’indebitamento”. (redtm)