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03 dicembre 2024

Criminalità organizzata, la mappa delle attività economiche illecite in Toscana

Traffico di droga a Livorno, riciclaggio a Firenze e Siena: le mafie straniere operano in sintonia con quelle italiane.

Leonardo Testai
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La Toscana è una regione attrattiva, ma lo è anche per la criminalità organizzata: per questo motivo ci vogliono “interlocuzioni, sinergie, protocolli d’intesa fra istituzioni, forze dell’ordine e magistratura”, sostiene Eugenio Giani, presidente della Regione, presente a un convegno incentrato sui dati del rapporto Irpet sulle infiltrazioni nell’economia toscana presentati già in aprile. Con una nota positiva, secondo il governatore: “Posso dare un dato positivo sul contrasto all’evasione fiscale, perché noi quest’anno riscontreremo nel bilancio che sarà portato in Consiglio regionale gli effetti positivi di quella lotta che la Regione Toscana sta direttamente facendo”.

L’economia del sommerso in Toscana vale 10,1 miliardi di euro, mentre l’economia connessa alle attività illegali genera un giro di affari pari a 1,2 miliardi, per un totale di 11,3 miliardi di euro che equivale all’11,7% del Pil regionale. “Attraverso un gioco di squadra possiamo contrastare meglio e possiamo tenere fuori dalla nostra regione quelli che sono i fenomeni di criminalità organizzata e di illegalità diffusa”, afferma Giani. Rispetto agli indicatori di presenza oggettiva della criminalità organizzata, la Toscana è al sedicesimo posto in Italia, e al tredicesimo per il controllo del territorio.

Dove si annidano le infiltrazioni criminali

“E’ ovvio che la parte più dinamica economicamente è anche quella poi più attrattiva”, afferma Patrizia Lattarulo, abbozzando una mappa delle criticità sul territorio. “Abbiamo una provincia di Prato – spiega – di cui conosciamo tutti alcune criticità legate al settore della moda; c’è la provincia di Livorno che ha altri problemi dal punto di vista, per esempio, della presenza di narcotraffico; il grossetano si caratterizza di più per il sommerso, e Firenze e Siena più per le questioni finanziarie legate al riciclaggio”. E per quanto riguarda il traffico di rifiuti, osserva Lattarulo, “abbiamo analizzato naturalmente anche questo ambito perché di particolare interesse per la nostra regione: l’andamento di lungo periodo ci colloca in una media nazionale, ma su livelli effettivamente inferiori ad alcune realtà regionali del Nord”.

Su quest’ultimo tema “come Regione Toscana – ha evidenziato Giani – abbiamo messo un impegno molto forte, che è quello di risorse importanti per arrivare a bonifiche e a un controllo sempre più forte rispetto ai reati che si commettono in questo settore. E’ importante che tutti insieme possiamo individuare le problematicità, le criticità, e agire di conseguenza”. Il governatore ha mostrato preoccupazione per “il radicamento sul Porto di Livorno di traffico di droga, il sistema del caporalato e dello sfruttamento del lavoro nella realtà di Prato e della provincia di Pistoia, pensiamo alla protesta di Seano. Ormai il rapporto di lavoro non è da imprenditori cinesi a lavoratori cinesi, ma da imprenditori cinesi al lavoratore pakistano, e questo apre ancora di più allo sfruttamento”.

Maria Rosaria Laganà, direttore dell’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, ha sottolineato che “ci sono in parte dei beni che sono stati sequestrati e confiscati anche ad appartenenti alle organizzazioni criminali straniere che magari hanno operato anche in sinergia con le nostre, perché poi ovviamente ci sono anche delle collaborazioni o comunque delle condivisioni di obiettivi di carattere criminale”. E se le grandi aziende e le grandi società confiscate in passato alla criminalità organizzata erano le immobiliari, annota Laganà, “adesso per esempio, e anche qui in Toscana, ci sono moltissimi investimenti della criminalità organizzata nel settore del turismo, del ciclo dei rifiuti, nei trasporti. Si è passati dai settori tradizionali, quindi edilizia e movimento terra, anche ad altri settori di nuova generazione: abbiamo dei parchi eolici sequestrati nel sud Italia”.

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