Il sistema moda della Toscana chiede ancora aiuto per superare le difficoltà di questo periodo di transizione. Al centro della discussione al tavolo del distretto tessile di Prato, convocato in Comune, gli emendamenti al Dl Concorrenza, il decreto Made in Italy e la legge di Bilancio come veicoli per inserire misure ad hoc per il settore. Mentre i sindacati fiorentini lanciano l’allarme per le imprese degli accessori metallici moda, che vivono una situazione di difficoltà.
“Il rifinanziamento della cassa integrazione e il dilazionamento dei debiti con banche e Stato devono diventare realtà entro pochissime settimane”, ha detto la sindaca di Prato, Ilaria Bugetti, che ha aperto i lavori del tavolo del distretto tessile, chiedendo di “fare presto” per sostenere le imprese del sistema moda. Al tavolo hanno partecipato anche esponenti dei tre sindacati confederali di categoria (Cgil, Cisl e Uil), Confartigianato, Confindustria Toscana Nord e Cna Toscana Centro, e i tre parlamentari eletti a Prato. La deputata di FdI Chiara La Porta, ha spiegato che “per quanto riguarda la moratoria sui pagamenti degli F24 c’è una discussione sugli emendamenti da presentare al decreto Concorrenza”, e che “dal ministro del Lavoro è stata confermata la disponibilità a rendere attuale la richiesta della cassa integrazione in deroga anche per le aziende con meno di 10 dipendenti”.
Difficile riconfermare i 10 milioni di epoca Draghi
Al tavolo di oggi, secondo quanto riporta il Comune, si è parlato anche di dare continuità alle misure di sostegno alle imprese del distretto che investono in transizione ecologica e digitale e in innovazione, in buona sostanza di dare continuità ai 10 milioni di euro concessi dal governo Draghi. Ma, secondo quanto emerso, “le speranze sono poche rispetto sia al quantitativo di risorse che dello strumento ad hoc. Qualche risposta potrebbe arrivare dal decreto made in Italy ma al momento mancano i decreti attuativi e le risorse previste sono esigue perché riguardano tutto l’ambito nazionale: 15 milioni di euro per il 2024 e 10 per il 2025”.
Tuttavia, avverte la deputata forzista Erica Mazzetti, “io non mi flasherei su quei 10 milioni che sono stati importantissimi due anni fa e che sarebbero importanti oggi, noi dobbiamo pensare ad una prospettiva attuale e futura e come parlamentari faremo il possibile. Io ho chiesto al tavolo le priorità da inserire nella Legge di Bilancio e oggi sono arrivate in un documento. Se non saranno i 10 milioni saranno altri provvedimenti”.
Accessorio metallico, i sindacati chiedono un confronto
Per quanto riguarda il comparto dell’accessorio metallico per la moda, Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil di Firenze chiedono un incontro a Confindustria: tra le aziende dove sono presenti le organizzazioni sindacali, spiegano, il 72% ha attualmente attivo un ammortizzatore sociale. Le procedure di richiesta di ammortizzatori mostrano che i lavoratori complessivi coinvolti in ammortizzatori sociali sono 4.860 dei circa 6.200 addetti complessivi del comprato. Tra i contratti diretti, quelli a termine e in staff leasing, da giugno 2023 ne risultano cessati 1.800.
“Gli impegni assunti per fronteggiare la crisi e preparare il rilancio da parte delle aziende e delle istituzioni sino a oggi sono stati disattesi – accusano i sindacati – o si sono rivelati insufficienti rispetto al momento di estrema difficoltà che il comparto vive”. Da qui la richiesta di un confronto che “non può ridursi al comparto tessile e della pelletteria – sostengono Fim, Fiom e Uilm – ma deve necessariamente allargare il perimetro della discussione anche alla nostra categoria, quella dei metalmeccanici”, e che sarà “essenziale per comprendere e governare un cambiamento di processo produttivo ormai strutturale che preveda strategie a lungo termine capaci di garantire certezze, stabilità e prospettive di crescita per tutti gli attori coinvolti”.
Leonardo Testai