Il 2024 dell’export per la Toscana si apre così come si era chiuso il 2023, con la farmaceutica sugli scudi: secondo i dati dell’Istat, nel primo trimestre dell’anno l’incremento generale dei flussi in uscita dalla regione è del 4,4% a prezzi correnti, con il valore assoluto che supera la soglia dei 15 miliardi di euro. E’ un dato in controtendenza positiva rispetto alla media nazionale (-2,8%), ed è trainato dalla corsa dell’export relativo alla farmaceutica (+44,6%), che compensa la flessione in doppia cifra di due comparti del sistema moda (-11,9% i prodotti tessili, -20,6% la pelletteria, mentre l’abbigliamento fa +3,9%).
Nei primi tre mesi dell’anno in corso l’Istat registra inoltre un incremento dell’export relativo a macchinari e attrezature (+41,4%), dei prodotti alimentari compreso il tabacco (+25,2%), e dei prodotti delle attività di trattamento dei rifiuti e risanamento (+22,2%). Al contrario, risultano in flessione la carta (-15,5%), gli apparecchi elettrici (-11,4%), e i prodotti chimici (-22,6%). Stazionario in valore il dato dell’industria estrattiva (+1,2%).
Nell’analisi provinciale dell’export, l’Istat segnala Livorno nel gruppo caratterizzato da performance negative, con risultati sotto la media toscana anche per Pisa e Pistoia, mentre Arezzo e Firenze figurano tra le province più brillanti a livello nazionale. Si registra inoltre un forte incremento dell’export della Toscana verso la Turchia (+234,3%) dovuto, secondo l’istituto, a vendite rilevanti di minuterie e oggetti di gioielleria di metalli preziosi.
Usa e Medio Oriente gli sbocchi più reattivi
Il contesto nazionale vede un quadro eterogeneo, con una crescita marcata dell’export per le Isole (+8,9%) e relativamente più contenuta per il Sud (+4,3%), mentre il Nord-est (-2,4%) e il Nord-ovest (-3,4%) mostrano una flessione, e il Centro (-10,4%) una decisa contrazione dovuta al dato delle Marche (-55,5%), condizionato da una forte riduzione delle vendite di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici, tanto forte da contribuire da sola per 2,8 punti percentuali alla flessione dell’export nazionale. Con le Marche, le regioni dove si osserva la flessione maggiore sono Basilicata (-35,3%) e Liguria (-14,7%), mentre le regioni più dinamiche risultano Calabria (+26,9%), Molise (+22,2%), Abruzzo (+12,4%) e Campania (+9,6%).
Fra i mercati di sbocco, i flussi italiani conoscono un rallentamento verso i paesi Ue (-4,3%) e ancora di più verso Russia (-19,4%) e Cina (-45,8%). Al contrario, è più vivace la dinamica verso gli Stati Uniti (+9,3%), i paesi del Medio Oriente (+11,2%), il Giappone (+9,6%). (lt)