Il gruppo Salvatore Ferragamo manda in archivio un 2022 di crescita dei ricavi – anche a cambi costanti – ma la flessione accusata nell’area Asia Pacific, con la ripresa della pandemia in Cina, pesa sulla rincorsa ai livelli pre-Covid. A fronte dei 1,37 miliardi di euro di ricavi 2019, la maison fiorentina nel 2022 ha ottenuto 1,25 miliardi, comunque in aumento del 10,2% a cambi correnti e del 5,7% a cambi costanti rispetto all’esercizio 2021.
Tutte le aree geografiche hanno riportato incrementi delle vendite, tranne appunto l’area Asia Pacifico che ha registrato vendite nette in calo del 4,6% (-10,6% a tassi di cambio costanti), rispetto all’esercizio 2021. Crescita in doppia cifra, invece, per Giappone (+11,9%), Emea (+24,7%), Nord America (+22,3%), Centro e Sud America (+29,7%). Tutte le principali categorie di prodotto di Salvatore Ferragamo hanno registrato un incremento dei ricavi rispetto all’esercizio 2021, con le calzature e la pelletteria che rappresentano l’87% delle vendite nette totali nell’esercizio 2022.
“Grandi progressi sulle priorità, obiettivi confermati”
“Nel corso del 2022 abbiamo definito il piano strategico e compiuto eccellenti progressi sulle priorità stabilite”, afferma Marco Gobbetti, amministratore delegato e direttore generale. “Parallelamente all’inizio della nostra rifocalizzazione strategica – spiega -, il 2022 è stato un altro anno di crescita dei ricavi, durante il quale abbiamo perseguito con successo la qualità delle vendite nel canale retail e avviato l’ottimizzazione del canale wholesale, in un contesto macroeconomico complesso e volatile”.
Gobbetti ha ricordato che “la prima sfilata di Maximilian Davis ha ricevuto un forte consenso dal mercato e dalla stampa. E’ stato anche finalizzato un importante accordo con Farfetch, che rafforza in modo significativo le nostre capacità digitali e che si rivolge ad una nuova, giovane clientela”. L’offerta di nuovi prodotti, sottolinea l’ad, “aumenterà progressivamente nel 2023”, e in generale “confermiamo gli obiettivi di medio termine”.