22 gennaio 2025

Logo t24Il quotidiano Economico Toscano
menu
cerca
Cerca
Industria

13 luglio 2023

Fimer ci riprova con Clementy, i sindacati vogliono andare al Mimit

Pronto l’accordo da 95 milioni con il fondo: l’udienza al tribunale di Milano sul concordato è fissata per il 21 agosto.

Featured image

Come nel Gioco dell’oca, o nel Giorno della marmotta, la vicenda della Fimer torna alla prima casella: la proprietà dell’azienda degli inverter sembra aver definitivamente scartato la proposta Greybull/McLaren, ed è pronta a portare al tribunale di Milano il nuovo accordo con il fondo Clementy Group, che nell’aprile scorso aveva risolto il contratto di investimento già firmato a causa di “inadempienze degli azionisti di Fimer”. Spetterà quindi ai giudici meneghini – l’udienza è fissata per il 21 agosto – accogliere o meno la proposta di Clementy: un affare da 95 milioni di euro complessivi per dare al fondo la proprietà dell’azienda.

Clementy è un multi-family office specializzato in ristrutturazione e rilancio di aziende in difficoltà, che ad oggi vanta investimenti di successo per un valore totale superiore agli 8 miliardi di euro. “L’offerta formulata dal gruppo Clementy – ha affermato Fimer -, rispetto alle altre nel frattempo pervenute, è risultata significativamente più vantaggiosa per la società, per i suoi dipendenti e per i suoi creditori, sia in termini di liquidità immediata, che di ricapitalizzazione e conservazione degli asset aziendali”.

Gli step del piano: subito due iniezioni di liquidità

Il piano di Clementy, secondo quanto riportato dai sindacati dopo l’incontro con la proprietà di Fimer, prevede iniezioni di liquidità per 7 milioni subito e successivamente altri 10 milioni; successivamente, altri 45 milioni di versamenti in conto capitale, e ulteriori risorse dopo l’omologa del concordato – il voto dei creditori era stato fissato per il 19 ottobre sulla precedente proposta di Fimer – fino al raggiungimento di 95 milioni di euro, con il perfezionamento dell’acquisizione della società.

Tuttavia i sindacati non si scaldano, visti i precedenti: “Esprimiamo molte perplessità, perché alle nostre domande sulla immediata effettiva disponibilità di capitali del fondo Clementy le risposte sono state vane”, affermano, chiedendo un tavolo al ministero delle Imprese e del Made in Italy. “L’azienda – sottolineano – opera in un settore strategico, quello dell’energia, volto a cogliere la necessità della transizione (energia sostenibile). E’ necessario che il massimo livello delle politiche economiche-industriali del sistema paese sorvegli con noi e assieme al tribunale di Milano questa vertenza, per responsabilizzare chi compie queste scelte portandolo a capire l’urgenza di concretizzare quanto enunciato, e non deresponsabilizzarsi in virtù di variabili successive”.

All’iniezione rapida di nuova liquidità è legato il futuro dello stabilimento di Terranuova Bracciolini, dove la produzione è ferma da giorni: l’azienda ha terminato la scorta di componenti, e dunque non può proseguire il lavoro anche se gli ordini non mancano.

Potrebbe interessarti anche

Articoli Correlati


Industria

21 gennaio 2025

Lucca, l’industria cartaria in allarme per l’aumento dei costi energetici (ma la soluzione ci sarebbe)

Leggi tutto
Industria

20 gennaio 2025

Beko Europe, il 30 gennaio nuovo round al Mimit per Siena (e gli altri)

Leggi tutto
Industria

15 gennaio 2025

Sammontana vuole crescere all’estero e raddoppiare il fatturato

Leggi tutto

Hai qualche consiglio?

Scrivi alla nostra redazione

Contattaci