Per realizzare le opere del Pnrr manca la manodopera: è l’allarme lanciato dal sindaco metropolitano di Firenze, Dario Nardella, che ha riunito a Palazzo Medici Riccardi i firmatari del Patto per il lavoro e lo sviluppo dell’area metropolitana a poco più di un anno dalla firma del documento. Una riunione che, come ha spiegato Nardella un mese fa, deve cominciare a dare gambe al Patto siglato con la Camera di commercio, con tutte le organizzazioni sindacali e gli stakeholder economici nel dicembre del 2021 – e fin qui privo di ricadute misurabili.
Il timore del sindaco è che l’impatto delle opere del Pnrr – circa un miliardo e mezzo di euro – possa non essere assorbito interamente dal territorio. “Il problema è duplice”, ha ammesso Nardella. “Uno, che non abbiamo aziende abbastanza robuste e forti da poter competere in gare da decine di milioni di euro, quindi molto complesse e molto impegnative: quindi c’è il tema della massa critica, abbiamo bisogno che le aziende si organizzino e magari si mettano insieme per competere. Dall’altro lato, c’è un tema di disponibilità di manodopera nel settore edilizio, che talvolta è scarsa anche da un punto di vista di professionalità, perché nella carpenteria come nell’edilizia c’è bisogno comunque di figure professionali che siano anche di un certo tipo”.
“Il sistema della formazione non è adeguato”
Più in generale, ha spiegato il sindaco sulla scorta dei dati Unioncamere-Excelsior, “c’è offerta di lavoro ma non si riescono a trovare molti profili professionali, e quindi i dati della disoccupazione rimangono sostenuti quando invece potrebbero essere fortemente ridotti. Le motivazioni possono essere diverse, come salari a volte troppo bassi, non adeguati, ma anche le competenze, e dunque un sistema di formazione professionale non ancora sufficientemente adeguato a dare risposte al mondo delle imprese, che stanno mutando rapidamente il loro fabbisogno di risorse umane”.
Secondo il presidente della Camera di commercio di Firenze, Leonardo Bassilichi, “non si stanno trovando le figure di basso profilo, e dall’altra parte non si stanno trovando figure di alto profilo: stanno sparendo quelle intermedie, e questo deve far pensare che esisterà un nuovo lavoro che sarà polarizzato da una parte e dall’altra, quindi aumenteranno le quantità per quei due poli, e non siamo pronti per quelle quantità. Nel tempo, con l’intelligenza artificiale, scomparirà il sogno di lavorare in banca. Il sogno di saper fare l’imbianchino, no”.