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16 gennaio 2025

Gioielleria, a VicenzaOro la carica delle 228 aziende toscane (in cerca di crescita oltre Ankara)

I dati dell’export sono “drogati” dall’impennata delle quotazioni dell’oro e dagli acquisti della Turchia.

Silvia Pieraccini
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Sono tante, tantissime, le aziende orafe toscane pronte a “invadere” con le proprie collezioni il salone VicenzaOro, che si apre domani 17 gennaio (fino a martedì 21) nel quartiere fieristico della città veneta organizzato da Ieg (Italian exhibition group): in tutto si tratta di 228 aziende, di cui 200 del distretto di Arezzo, quasi un terzo degli espositori italiani della fiera che sono 780 (cui si aggiungono 520 stranieri per un totale di 1.300 brand). Nessuno vuol mancare, in un momento brillante ma delicato per il settore orafo.

Export a +102% nei primi nove mesi 2024 grazie alla Turchia

Le esportazioni, che sono il motore dell’industria orafa, nel 2024 hanno fatto letteralmente boom: quelle toscane nei primi nove mesi dell’anno sono raddoppiate in valore (+102%), sfiorando 5,6 miliardi di euro, un risultato che però è trainato da due fattori contingenti: l’aumento vertiginoso delle quotazioni dell’oro e l’exploit della Turchia, Paese che in poco tempo è diventato il primo mercato di sbocco dei gioielli aretini. A favorire l’export di Arezzo verso la Turchia è la tassazione dell’oro decisa dal governo Erdogan, che rende più conveniente per le imprese turche comprare oreficeria dall’estero piuttosto che acquistare materia prima da destinare alla lavorazione. Da giugno scorso però l’export italiano verso la Turchia ha cominciato a scendere (-82% rispetto a maggio) e ora sembra profilarsi il riassorbimento progressivo del fenomeno. Se venisse a mancare la spinta turca, l’export di gioielli aretini rischia di avere il segno ‘meno’, vista la frenata Usa e la cautela del mercato interno.

Nel 2025 la metà delle aziende prevede fatturati stabili

A ridimensionare l’entusiasmo sono anche i dati Istat (nazionali) sui ricavi dell’industria orafa nei primi 10 mesi dell’anno: il rialzo si ferma al +5,8%. L’indagine fatta da Confindustria-Federorafi indica che il 39% delle aziende “vede” ricavi preconsuntivi 2024 peggiori del 2023; il 33% indica valori in miglioramento; il 28% evidenzia un fatturato invariato. Sulle aspettative per il 2025, quasi la metà delle aziende (47,5%) prevede un volume d’affari stabile; il 31% si attende un peggioramento e il 21% vede rosa.

Del resto la domanda mondiale di gioielli è in contrazione (-11% secondo il World Gold Council) e anche per Arezzo il 2025 si annuncia come un anno delicato.

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Silvia Pieraccini

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