Nei salotti della politica maremmana negli ultimi giorni non si parla d’altro. L’idea di Francesco Ferrari di “trasferire” Piombino dalla provincia di Livorno a quella di Grosseto divide e fa discutere. “Nei prossimi giorni approveremo una delibera di Giunta che darà avvio al nuovo percorso – ha detto il sindaco – un primo atto formale che sarà seguito dalla discussione in consiglio comunale e da un confronto attivo con i cittadini”. Qualora si dovesse concretizzare questo iter, cosa potrebbe cambiare per Grosseto, provincia storicamente povera di attività industriali, nell’accogliere quello che è stato per decenni uno dei principali poli siderurgici italiani?
Grosseto e Livorno: già unica la Camera di Commercio
Riccardo Breda è il presidente della Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno, che unisce proprio le province di Grosseto e Livorno. Secondo Breda, imprenditore grossetano, per la Maremma “cambierebbe poco, poiché le sinergie sono già in atto”. “Il territorio – afferma – ha sempre visto Piombino come un punto di riferimento produttivo. Tanti lavoratori e imprese grossetane hanno già nel tempo oltrepassato i confini provinciali, fatico quindi a vedere vantaggi per Grosseto o svantaggi per Livorno. I legami ci sono e continuerebbero ad esserci”.
Il porto: l’autorità portuale rimarrebbe in capo a Livorno
L’esempio è quello del polo industriale di Scarlino, il principale della provincia di Grosseto. “Qui le aziende – osserva il presidente della Camera di Commercio – già si avvalgono del porto di Piombino. Per questo dico che la vera sfida è valorizzare porto e acciaierie, perché far ripartire questo settore significherebbe dare respiro non solo a Grosseto e a Livorno, ma a tutta la costa toscana”.
Il porto di Piombino, secondo Breda, è cruciale per l’economia: “Aumentare traffico passeggeri e merci è un’opportunità per tutti, fermo restando che l’autorità portuale di Piombino rimarrebbe comunque in capo a Livorno, come prevedono gli investimenti fatti con la legge 398. Il nodo, ripeto, è puntare su una maggiore vivacità e in questo senso mi piace ricordare l’impegno del presidente (dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale, ndr) Luciano Guerrieri”.
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Piombino con Grosseto: un’idea già di 10 anni fa
Il presidente della Camera di Commercio Riccardo Breda ricorda infine che il progetto di portare Piombino a Grosseto non è nuovo. “Il pensiero di alcuni piombinesi di guardare a Grosseto – conclude – c’è ormai da tempo. Ricordo l’iniziativa del sindaco Anselmi, più di dieci anni fa, e che anche con il sistema delle aree vaste si pensava a una costa del sud che potesse arrivare a Piombino. Ma se parlare di confini territoriali può avere un senso, quelli economici sono superati dai fatti”.
Perplessa la provincia: dovrà coinvolgere i cittadini
Un’ipotetica incorporazione di Piombino forse cambierebbe qualcosa a Francesco Limatola, presidente della Provincia di Grosseto. “Ritengo – osserva Limatola – che le autonomie e i tessuti sociali non si smontano, né si rimontano. Il territorio piombinese ha una vocazione e una storia molto peculiari e quindi la volontà del sindaco dovrà incontrare quella della propria comunità attraverso un percorso di coinvolgimento. Questa è la situazione allo stato attuale: se e quando sarà diversa, ne ragioneremo da un punto di vista istituzionale”.
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“Le sinergie vanno oltre i confini amministrativi”
Per Limatola, come per Breda, i legami ci sono e vanno cavalcati. “Le potenzialità del porto non si scoprono oggi e le sinergie vanno oltre i confini amministrativi – aggiunge il presidente della Provincia – se si vuole, è possibile iniziare a lavorare già oggi, non serve aspettare. Piombino è una città industriale e come tale ha delle potenzialità e criticità che eventualmente valuteremo se i desiderata del sindaco incontreranno quelli dei cittadini e questa realtà dovesse arricchire una già ricca realtà come quella grossetana”.
E l’eventuale patata bollente “politica” del rigassificatore? “Sono abituato alle patate bollenti – sorride Limatola – faccio il sindaco da dieci anni e mezzo e il presidente della Provincia da due anni e mezzo. Affronteremo eventuali problemi al momento opportuno”.
Carlo Pellegrino