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05 agosto 2024

I giovani scelgono l’agricoltura ma prezzi e burocrazia li ostacolano

Nuovo bando per coltivare i sogni dei ragazzi, sostenere il ricambio e fermare la fuga dalle aree rurali. Ma il passaggio generazionale è troppo lento.

Silvia Gigli
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Gli aiuti servono ma non bastano. Se è vero, come denuncia Coldiretti Toscana, che tra il 2022 e il 2023 è stato registrato un calo del -3,6% di imprese agricole giovanili nella nostra regione. Le uniche province in controtendenza sono state Firenze (+1,8%) e Prato (+4,4%). Eppure i giovani sono “acceleratori” di innovazione, tecnologia, sostenibilità e multifunzionalità nelle campagne. Sono più digitali, più formati, più connessi con il mondo. E per questo fondamentali.

Stando al Censimento sui giovani agricoltori toscani realizzato dall’Istat, ci sono 4.336 aziende agricole con capo azienda con età fino a 40 anni; 47.773 aziende con capo azienda con età superiore ai 40 anni; il 9% delle aziende ha un capo azienda con età fino a 40 anni.

Sono 75.395 gli ettari delle aziende con capo azienda con età fino a 40 anni e 562.485 gli ettari delle aziende con capoazienda superiore ai 40 anni. Inoltre, il 13,4% degli ettari di SAU (superficie agricola utilizzata) hanno aziende con capoazienda con età fino a 40 anni.

Sono 2.107 le aziende con terreni di proprietà (41%); 2.717 quelle con terreni in affitto (53%); 299 con terreni ad uso gratuito (6%); 637.880 le SAU totali.

I giovani sono bio e hanno agriturismi o fattorie didattiche

Sono 1.230 aziende con capo azienda fino a 40 anni che svolgono almeno 1 attività connessa e rappresentano il maggior numero in Italia. Infatti, il 28,4% delle aziende svolge almeno un’attività connessa all’attività principale: 808 hanno un agriturismo, 168 fanno attività conto terzi, 108 producono energia solare, 91 effettuano la trasformazione di prodotti vegetali, 46 hanno una fattoria didattica, 38 si dedicano all’agricoltura sociale. Sul fronte dell’istruzione, 124 sono i capo azienda con età fino a 40 anni laureati o diplomati; il 25,9% è laureato o diplomato contro il 12,4% dei capo azienda con età superiore a 40 anni che è diplomato o laureato. Inoltre, 622 sono a capo azienda da meno di 3 anni (14%), 2.255 da 3 a 10 anni (52%), 1.207 da più di 10 anni (28%). In 1.993 hanno ottenuto il capitale fondiario dai familiari (46%), 260 da un parente (6%), 420 da terzi (10%), 1.429 da nessuno: ovvero si tratta di azienda nuova (33%).

Sono 745 le aziende biologiche che hanno un capo azienda con età fino a 40 anni; 81 gli allevamenti bio hanno capo azienda con età fino a 40 anni; 1.382 le aziende con capo azienda con età fino a 40 anni che hanno fatto investimenti nel triennio 2018-2020. Il 32% delle aziende ha fatto investimenti contro il 12,4% di quelle gestite da ultraquarantenni. Si tratta di 808 investimenti per meccanizzazione, 335 per impianto e semina, 294 per la concimazione del suolo, 182 per la lotta fitosanitaria, 169 per il marketing dei prodotti e 24.516 aziende, pari al 47%, hanno una superficie agricola inferiore ai 3 ettari.

Sul fronte dell’impiego, 1.308 imprese hanno lavoratori fino a 19 anni, 5.619 da 20 a 24 anni, 6.174 da 25 a 29 anni, 6.276 da 26 a 34 anni, 5.932 da 35 a 39 anni, 25.309 hanno lavoratori fino a 39 anni, 6.290 da 40 a 44 anni, 6.738 da 45 a 49 anni. Secondo le Camere di commercio, sono 2.746 imprenditori under 35: ovvero -1,2% rispetto al 2022/2021 ma + 2,2% rispetto al periodo 2022/2019.

Il bando della Regione offre 3,2 milioni di finanziamenti

“Investire sui giovani che vogliono fare impresa in agricoltura è investire sul futuro delle nostre campagne e montagne. E’ dare una chance concreta ai tanti ragazzi e ragazze che ogni giorno entrano nei nostri uffici con in tasca il sogno di aprire un’azienda agricola o allungare l’orizzonte dell’attività di famiglia ma che molto spesso si infrangono di fronte anche all’insufficienza di risorse, oltre che della burocrazia – spiega Francesco Panzacchi, delegato giovani di Coldiretti Toscana -. Davanti a noi abbiamo delle sfide difficilissime: accelerare il ricambio generazionale considerando che nei prossimi 5 anni raggiungerà l’età pensionabile quasi un imprenditore su due e creare la cornice per contrastare lo spopolamento delle aree più svantaggiate. I giovani sono l’antidoto ma se ne vanno perché non li aiutiamo a restare. Le nuove risorse previste dal bando regionale per l’avvio di imprese ci daranno una mano a dare risposte agli aspiranti imprenditori agricoli”.

“Una recente ricerca – aggiunge il presidente della Regione Eugenio Giani –  ha mostrato che le aziende agricole condotte da under 35 in Italia generano una produzione ad ettaro che è circa il doppio rispetto alla media europea e ben sopra Francia, Spagna e Germania. I giovani che si dedicano a questa attività vanno dunque sostenuti perché troppi sono gli ostacoli che impediscono o rallentano il loro ingresso e la continuità nella gestione delle imprese agricole: dalla mancanza di accesso al credito, alla burocrazia. Perciò, per sostenere il sogno imprenditoriale dei tanti ragazzi che scelgono di costruirsi un futuro in campagna dobbiamo sostenere le misure necessarie a favorire il ricambio generazionale e anche creare condizioni perché ogni giovane sia libero dai troppi lacci che ne mettono a rischio l’attività, dalla burocrazia alla concorrenza sleale dei prodotti stranieri. Solo così potremo costruire una Toscana e al tempo stesso un’Europa più forte”. 

Le risorse (3,2 milioni di euro) sono allocate sul nuovo bando della sottomisura 6.1 “Aiuto all’avviamento di imprese per giovani agricoltori – annualità 2024″ che dà la possibilità ai giovani di ottenere un premio (a fondo perduto) di 65.000 euro per l’avviamento dell’attività agricola e dei contributi agli investimenti. Il premio sale a 70.000 euro in caso di insediamenti in aziende ricadenti in aree montane.

I beneficiari devono avere un’età compresa fra 18 anni compiuti e i 41 anni non compiuti, e si devono insediare per la prima volta in azienda agricola in qualità di capo azienda e possedere adeguate qualifiche e competenze professionali o conseguirle entro la data di conclusione del piano di sviluppo aziendale. Il premio sarà corrisposto in due rate, l’ultima delle quali dopo la verifica della corretta attuazione del Piano di sviluppo aziendale.  La domanda di aiuto deve essere presentata esclusivamente online, utilizzando la modulistica (art. 8.3 del bando) disponibile sulla piattaforma dell’Anagrafe regionale delle aziende agricole sul sito di Artea. “Noi cercheremo e stiamo cercando nella nostra programmazione di spingere sempre più sul concetto di sostenibilità ambientale, economica e sociale” spiega l’assessora all’agricoltura Stefania Saccardi. “In linea con la programmazione europea, noi stiamo cercando di fare i prossimi bandi improntati proprio a questi principi oltre a portare avanti ad esempio il tema del ricambio generazionale, in questi giorni è aperto un bando sui giovani molto importante che cerca davvero di dare una mano a chi voglia impegnarsi, diamo 65mila euro a fondo perduto ai giovani che vorranno fare agricoltura valorizzando alcune attività come l’allevamento ovicaprino che vive un momento di grande difficoltà”.

Quasi 2mila ettari all’asta con la Banca delle terre agricole

Sono più di 1.800 gli ettari di nuovi terreni agricoli messi all’asta da Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) per favorire la riorganizzazione e il rilancio dell’agricoltura italiana, promuovere la creazione di imprese agricole e valorizzare i territori. E sono 26 i lotti proposti in Toscana nell’ambito della Banca nazionale delle terre agricole per un valore base d’asta complessiva di quasi 11  milioni di euro. L’apertura dei termini per inviare le manifestazioni di interesse è avvenuta il 31 maggio. “L’accesso alla terra e al credito sono le principali criticità che i giovani che vogliono aprire un’azienda agricola incontrano. – spiega Letizia Cesani, presidente di Coldiretti Toscana -. La mancanza di capitale fondiario, terreni, e i costi per acquistarli, sono ostacoli spesso insormontabili che vanificano i sogni di chi deve partire senza alcuna dote. A volte questi muri sono insormontabili con il risultato che molti progetti imprenditoriali rimangono sulla carta. Con il settimo bando di Ismea, sulla spinta di una serie di agevolazioni previste per i giovani,  potrebbero nascere, nella nostra regione, 26 nuove aziende agricole. Imprese ma anche nuovi posti di lavoro che sono fondamentali per favorire il ricambio generazionale nelle nostre campagne dove c’è un grande bisogno di menti e braccia”.

I terreni all’asta sono concentrati in cinque province. La principale è la Maremma dove sono localizzati 14 terreni per complessivi 500 ettari per una basta d’asta di 4,5 milioni di euro. 5 terreni si trovano in provincia di Siena con 178 ettari e 1,9 milioni di euro di base d’asta totali e 4 in provincia di Arezzo con 790 ettari ed una base d’asta di 3,2 milioni di euro. Infine Firenze con un maxi lotto da 358 ettari a Marradi del valore di partenza di 584 mila euro e Massa Carrara con un piccolo appezzamento di 7,56 ettari a Fivizzano per cui sarebbero sufficienti poco meno di 50 mila euro. 

Nel caso di aggiudicazione per i primi 3 tentativi di vendita il pagamento del prezzo potrà avvenire ratealmente. Le rate di pagamento saranno semestrali e il piano di ammortamento è fissato per un periodo massimo di 30 anni. Requisiti, modalità di partecipazione e criteri di vendita sono disponibili sul sito di Ismea.

40 milioni con il Fondo europeo agricolo di sviluppo rurale

Dall’ultimo censimento dell’agricoltura emerge che in Toscana le aziende condotte da imprenditori agricoli con una età inferiore a 41 anni sono solo il 9% del totale. La scarsa presenza di giovani in agricoltura è un elemento negativo per gli effetti che ne derivano in termini di abbandono del territorio con conseguenti riduzioni delle attività economiche e perdita di dinamicità imprenditoriale delle aree rurali. Nel Programma di sviluppo rurale (PSR) 2014-2022 la Regione Toscana ha posto molta attenzione al tema del ricambio generazionale con la pubblicazione di quattro bandi per il sostegno all’insediamento di giovani nelle imprese agricole. Con i quattro bandi usciti nel 2015, 2016, 2019 e 2022 sono stati finanziati oltre 900 giovani, per un contributo concesso totale di oltre 116 milioni di euro.

Nella nuova programmazione Feasr (Fondo europeo agricolo di sviluppo rurale) 2023-2027, la strategia per i giovani in agricoltura e il ricambio generazionale sarà realizzata in Toscana principalmente attraverso il sostegno per l’insediamento dei giovani nelle imprese agricole, destinando all’intervento SRE001 “Insediamento giovani agricoltori” un importo pari a 40 milioni di euro.

I dati dell’ultimo censimento in agricoltura, ci dicono che sono 20 mila i laureati sotto i 40 anni alla guida di aziende agricole in Italia. Di questi, solo 4.700 sono laureati in agricoltura, mentre 15.000 hanno conseguito titoli diversi prima di appassionarsi al mestiere agricolo. Ancora più numerose (oltre 52 mila) sono le aziende agricole gestite da under 40 diplomati di cui 14 mila con un titolo di studio in Agraria. Infine, altre 6 mila aziende sono gestite da ragazzi con un titolo professionale non agrario e 4 mila da chi ha un titolo triennale professionale in ambito agricolo. Questa situazione ci dice che spesso il ritorno alla agricoltura è fatto di passione ed affetto per la terra ma sono indispensabili conoscenze e competenze, capacità manageriali per far fronte alle sfide: quella di generare un reddito, quella ambientale e sociale.

Gli anziani, dal canto loro, sono figure insostituibili nelle comunità rurali. Ma la carenza di servizi, in particolare sanitari e di assistenza alla persona, mettono a rischio la loro permanenza nei borghi e nei paesi più remoti. Ecco perché l’agricoltura sociale, di cui la Toscana si è dotata di una legge, può rappresentare una risposta per le comunità rurali (e non solo) in una regione dove entro il 2023 i pensionati supereranno il milione e insieme un’opportunità per le imprese agricole che possono sviluppare servizi e attività dedicate agli anziani come per esempio accoglienza diurna e attività per il tempo libero. A dirlo sono Coldiretti Toscana, Coldiretti Arezzo e Federpensionati Coldiretti che hanno consegnato gli attestati alle “Sentinelle della Sostenibilità”, ovvero agli imprenditori agricoli che per tutta la vita si sono impegnati verso la tutela dell’ambiente e la salvaguardia e valorizzazione del paesaggio.

Ora più che mai è necessario un ricambio generazionale

Sono 6.896 gli imprenditori agricoli che hanno più di 65 anni che continuano a lavorare nelle loro aziende: un’impresa su quattro (25,8%). In Toscana, in un’azienda su due secondo l’elaborazione dei dati Istat, il passaggio generazionale avviene in famiglia. Spesso è un affiancamento “dolce” dove il padre lavora fianco a fianco con i figli.

Nell’analisi compiuta dalla Regione, tra le 167 imprese agricole che partecipano a specifici Gruppi Operativi, quindi la punta più avanzata delle imprese innovative, il 29% degli imprenditori ha più di 60 anni e, considerando anche le classi 51-60 e 42-50, la percentuale arriva all’82%. Questo dato sembra confermare una necessaria esperienza alla base di iniziative di adesione a progetti sfidanti che testimoniano la volontà di “consolidare” le iniziative imprenditoriali mature. Non manca però la fascia dei giovani che con il suo 18% testimonia la tendenza che sta interessando il territorio nazionale e quello toscano di “ritorno” alla terra. Ed i giovani, con il loro orientamento all’innovazione e la capacità di aggregazione, rappresentano la chiave per costruire l’agricoltura futura.

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Silvia Gigli

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