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11 febbraio 2025

I trattori protestano a Firenze, Lollobrigida li ignora

Il Coapi chiede lo stato di crisi per le aziende agricole: una delegazione dal prefetto. Il ministro a Taste: “Pochi i manifestanti”.

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E’ arrivata nel weekend a Firenze la protesta dei trattori, che con la guida dell’organizzazione Coapi (Coordinamento agricoltori e pescatori italiani) chiede lo stato di crisi nazionale delle aziende agricole, invocando un’opera di semplificazione burocratica e una revisione degli accordi internazionali che, a dir loro, penalizzano in modo grave la produzione italiana. Qualche decina di trattori è in presidio in piazza Artom, nei pressi della Mercafir: e se una delegazione Coapi sarà ricevuta in Prefettura, ancora non c’è stato un incontro formale fra i trattori e le autorità politiche, tantomeno con il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che pure era a Firenze per presenziare a Pitti Taste.

“Pochi manifestanti, e c’è chi strumentalizza”

“I trattori sono grandi – ha spiegato il ministro -, ma i manifestanti si contano nei numeri come singole persone, e qui parliamo di poche decine di persone: alcune delle quali ovviamente, e a loro va la mia solidarietà sempre piena, hanno sofferto gli effetti di anni ed anni di politiche agricole insufficienti; altri invece strumentalizzano temi senza sostanzialmente avere motivazioni per essere considerati in maniera particolare”.

Per Lollobrigida, al contrario, “tutte le associazioni di categoria in Italia sono soddisfatte, e lo esprimono in maniera chiara, del lavoro che il governo sta facendo, innanzitutto perché c’è un altro dato oggettivo: è il governo che ha investito più risorse possibili in agricoltura della storia repubblicana, e poi perché in Europa ci siamo battuti fin dal primo giorno perché l’agricoltura tornasse centrale”. In generale, secondo il ministro, bisogna lavorare sul “rafforzamento delle filiere in difficoltà: dobbiamo tornare a credere nella sovranità alimentare europea, e noi abbiamo convinto l’Europa ad affrontare questo tema, e ovviamente restare capaci di valorizzare la qualità che l’Italia sa esprimere più di ogni altro”.

“Il ministro sbaglia, l’agricoltura non cresce”

Opposta la visione di Coapi: “La crescita del comparto agricolo, principale attore della produzione del Made in Italy non esiste come invece sostiene il Ministro – afferma il coordinamento -, anzi, c’é una regressione costante, a crescere è l’agrindustria e tutti gli agricoltori veri lo sanno. I nostri colleghi che non sono scesi in protesta, sono per la maggioranza rassegnati, ma sottovalutano il potenziale che l’intera categoria unita ha, l’agricoltura siamo noi, manifestare oggi è l’investimento per domani, ma anche chi non é qui ci sostiene, mandandoci cibo e sostegno morale”.

L’unico accenno di dialogo istituzionale, fin qui, sembra esserci con il governatore Eugenio Giani: alcuni rappresentanti del Coapi lo hanno intercettato brevemente in Consiglio regionale, ma ancora non c’è stato alcun incontro formale. “E’ una protesta nata in modo spontaneo – ha detto Giani -: sono disposto a incontrarli, anche se finora abbiamo dato il compito alla mia vicepresidente che ha la delega all’agricoltura, ora guarderemo un po’ quando incontrarli. Devo dire che gli agricoltori hanno delle organizzazioni di categoria rappresentative molto valide, noi anche in questi quattro anni abbiamo fatto molte cose sull’agricoltura grazie a un rapporto costruttivo e corretto con le organizzazioni. Preferirei che anche le proteste, le rivendicazioni, le richieste, si incanalassero verso le organizzazioni di categoria che sono fortemente rappresentative. Non vorrei che si creasse una frammentazione”. (lt)

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