Una revisione del piano industriale, con la possibilità della liquidazione che rimane sullo sfondo: è la prospettiva per Imm-Carrarafiere, secondo la delibera approvata dalla Giunta regionale toscana all’inizio di questo mese di maggio. La Regione ravvisa infatti “il persistere di non trascurabili rischi e condizioni di incertezza legati sia al mutato contesto macroeconomico che alle nuove sopravvenute situazioni gestionali”.
Imm-Carrarafiere ha sottoposto all’approvazione dell’assemblea dei soci del 29 aprile 2022 il progetto di bilancio di esercizio 2021 con un utile di 166.406 euro: un progresso rispetto al disavanzo di 1,2 milioni del 2020, e soprattutto rispetto al rosso di 10,6 milioni del 2019. Tuttavia, “dall’analisi delle poste economiche e patrimoniali – scrive la Regione -, pur potendo esprimere un cauto ottimismo sulla persistenza della condizione di continuità aziendale nel breve periodo, si rilevano degli scostamenti significativi rispetto al Piano Industriale di risanamento 2021-2024 approvato dall’assemblea dei soci del 14 giugno 2021”.
“Rafforzare la razionalizzazione, il piano entro ottobre”
Di conseguenza, sostiene la Regione, “è opportuno continuare il monitoraggio dell’andamento della società e rafforzare l’azione di razionalizzazione per assicurare la sussistenza della condizione di continuità, prevedendo una revisione complessiva del Piano Industriale di risanamento 2021-2024 da compiersi entro il 30 ottobre 2022”. Ma se la situazione finanziaria dovesse dimostrarsi insostenibile, si aprirà la strada a una delibera di Giunta che detti gli indirizzi per lo scioglimento e messa in liquidazione di Imm-Carrarafiere e in caso di accordo con il Comune di Carrara, oppure alla richiesta di recesso dalla società. Una mossa da effettuare entro il 31 dicembre 2022.
La Regione Toscana detiene oggi il 36,4% del capitale di Imm-Carrarafiere, che dall’anno scorso è guidata dall’amministratrice unica Sandra Bianchi, in precedenza con lo stesso ruolo in ArezzoFiere. Il primo azionista è il Comune dei Carrara, col 40,8%; altri enti locali soci sono la Provincia di Massa Carrara (4,6%), il Comune di Massa (3%), la Provincia di Lucca (1,6%) e ulteriori enti minori (0,7%).