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Industria

14 dicembre 2022

La chimica toscana riduce l’impatto sull’ambiente (e riprende a investire)

Nel 2021 le 21 principali aziende del settore hanno aumentato i ricavi del 50% ma diminuito i rifiuti prodotti. Investimenti per 90 milioni.

Silvia Pieraccini
Immagine Freepik

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Il 2021 è stato un anno di recupero dei livelli di produzione pre-pandemia per le aziende chimiche toscane, ma è stato anche un anno in cui il settore ha fatto un altro passo avanti in direzione della sostenibilità ambientale e sociale. Lo dimostra l’analisi sui bilanci di 21 aziende del comparto – da Nuova Solmine a Solvay, da Venator alla raffineria Eni di Livorno, dal Gruppo Biokimica a Neri Depositi Costieri fino a Laviosa Chimica Mineraria – realizzata da Confindustria Toscana e presentata oggi, 14 dicembre, all’Innovation Center di piazza del Cestello a Firenze. Si tratta delle principali aziende del settore, che nel complesso l’anno scorso hanno fatturato 3,09 miliardi di euro (+50% sul 2020) e occupato 4.533 persone tra dipendenti (2.443, per il 92% a tempo indeterminato), collaboratori e somministrati (97) e personale di imprese terze (1.993). I nuovi assunti sono stati 340 (+57% rispetto al 2020).

Gli investimenti crescono del 12% superando i 90 milioni

Il “Bilancio di sostenibilità 2021 del comparto chimico toscano”, come è stato chiamato il documento, indica un costo del lavoro (per i lavoratori diretti) di 175 milioni (+5,9%); un esborso per tasse e imposte pagate alle Pubbliche amministrazioni di 29 milioni (-12% rispetto al 2020); una spesa per approvvigionamenti di materie prime, beni e servizi che sfiora i 2,5 miliardi di euro (+27%) e che risente dei forti aumenti dei prezzi.

La ripresa dell’attività chimica è andata di pari passo agli investimenti aziendali che nel 2021 hanno ripreso a crescere superando i 90 milioni (+12% sul 2020), concentrati nei campi salute e sicurezza e economia circolare. Sul fronte ambientale le aziende chimiche hanno fatto passi importanti aumentando l’energia elettrica autoprodotta e consumata (616 milioni di Kwh, il 41% del fabbisogno energetico totale); diminuendo i rifiuti prodotti (-19%), in tutto circa 50mila tonnellate di cui il 77% non pericolosi e il 76% riciclato; mantenendo costante la quantità di acque riciclate (2,3 milioni di metri cubi). L’aumento dei costi energetici ha cominciato a farsi sentire, tanto che l’incidenza del costo dell’energia sul valore della produzione è passata dal 6,5% al 9,7%.

Salute, sicurezza e tutela dell’ambiente sono obiettivi prioritari

“Mai come in questo momento emerge come salute, sicurezza e tutela dell’ambiente siano obiettivi da salvaguardare – afferma Antonello De Lorenzo, portavoce del gruppo di lavoro sul Bilancio di sostenibilità 2021 – anche per confermare il valore sociale delle imprese come motori di sviluppo economico”.

Ben 10 aziende hanno raggiunto l’obiettivo «Zero infortuni», ma tutte le 21 imprese hanno continuato a investire in formazione (80mila le ore effettuate nel 2021, +9,3%, con una media per dipendente di 32 ore), dedicando i due terzi dei corsi alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

Ecco le 21 aziende che hanno contribuito al bilancio aggregato                

Le aziende chimiche toscane che hanno aderito al Bilancio 2021 del comparto sono Altair Chimica; Costiero Gas Livorno; Depositi Costieri del Tirreno; Eni spa Energy Evolution-Refining Evolution and Trasformation Raffineria di Livorno; Gruppo Biokimica (Biokimica, Bio-Finleather, Bio Company); Icap-Sira Chemicals and Polymers; Ineos Manufacturing Italia: Ip Valdarno International; Laviosa Chimica Mineraria; Neri Depositi Costieri; Nuova Solmine; Sol Gas Primari; Solvay Chimica Italia (sede di Rosignano); Solvay Chimica Italia (sede di Massa); Solvay Solutions Italia; Termisol Termica; Toscopetrol; Unigum; Venator Italy.

Autore:

Silvia Pieraccini

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