L’export dei distretti toscani risale, supera i 10 miliardi di euro a metà 2021 ed è vicino a raggiungere di nuovo i livelli del pre-Covid, ma con un andamento molto diversificato a seconda dei comparti produttivi. E’ questo il quadro che emerge il Monitor dei Distretti della Toscana elaborato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, secondo cui, malgrado le incertezze sui rincari delle commodity e sulle interruzioni nelle forniture, «grazie alla presenza di condizioni di domanda internazionale favorevoli le attese per il commercio internazionale restano positive».
Così, nei distretti, se nel primo semestre 2021 il rimbalzo rispetto al 2020 è del +45,8% rispetto allo stesso periodo del 2020, il differenziale rispetto ai primi sei mesi del 2019 è ancora negativo, ma solo del 2,1%. Nel complesso dell’export toscano, secondo quanto registrato dai dati Istat, l’incremento era stato del 32,5% rispetto allo stesso periodo del 2020, con 2,5 miliardi in più rispetto ai 21,2 miliardi del primo semestre 2019. Al netto dei metalli preziosi e dei prodotti della raffinazione petrolifera, secondo l’elaborazione Irpet, l’export complessivo risultava cresciuto del 38,5% rispetto allo stesso periodo del 2020, e del 4,9% in più rispetto al primo semestre 2019.
I settori: bene i mezzi di trasporto, in ripresa più lenta la moda
Fra le singole specializzazioni produttive, se il confronto col 2020 è negativo solo per il cartario di Lucca (-14,2%) che però l’anno scorso aveva limitato i danni per il minor calo della domanda di tissue, il raffronto col 2019 è ancora negativo per il sistema moda (-7,1% nel complesso), che rappresenta il 68% dell’export dei distretti “tradizionali”, eche aveva accusato la battuta d’arresto più pesante un anno fa. Andamento migliore per l’abbigliamento di Empoli (+3,3%) e dall’oro (gioielli e lingotti) di Arezzo (+12,8%) che beneficia della ripresa dei flussi verso Usa ed Emirati Arabi.
Molto meglio, con incrementi in doppia cifra sul 2019, la nautica di Viareggio (+42,2%) e la camperistica della val d’Elsa (+36%), a testimonianza del buon andamento di due settori legati al turismo open air (di lusso e non) che ha conosciuto un nuovo impulso dopo lo shock pandemico. Bene anche l’agroalimentare coi vini fiorentini e senesi (+19,2%), l’olio toscano (+13,5%), e il florovivaistico di Pistoia (+35,5%) trainato dai paesi Ue. In un contesto favorevole al business sanitario volano i poli della farmaceutica toscana (+51,2%) e del biomedicale di Firenze (+10%).
La Svizzera, base logistica per il sistema moda, è ancora sotto i livelli 2019 (-12,5%) ma rimbalza del +58% rispetto al 2020, a testimonianza del recupero del settore dopo il lockdown. Il saldo è ancora negativo, rispetto a due anni fa, per Regno Unito (-30,9%) e Spagna (-13%), mentre i mercati asiatici trainano la ripresa (anche nella moda), in particolare Cina (+95,7 milioni di euro; +34,0% rispetto al primo semestre 2019), Giappone (+42 milioni rispetto al 2019; +24,1%) e Repubblica di Corea (+102,3 milioni di euro; +72,8% rispetto al 2019).
Leonardo Testai