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18 ottobre 2024

L’olio Igp Toscano torna a crescere, ma per la redditività si guarda agli oliveti intensivi

Nella campagna 2024-2025 saranno certificati circa 25mila quintali. I prezzi restano stabili. La scommessa di aumentare le produzioni.

Silvia Pieraccini
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Dopo il magro raccolto dell’anno scorso, arriva finalmente una campagna oleicola che riporta un po’ di sereno tra i produttori toscani: non c’è la mosca delle olive, che tanti danni ha causato in passato; il clima è stato favorevole; le quantità e qualità sono buone. Per questo il consorzio dell’olio Toscano Igp prevede un aumento della produzione di circa il 30% rispetto all’anno scorso, che dovrebbe portare l’olio certificato a 25mila quintali, più o meno il 15-20% di tutto l’olio prodotto in Toscana.

Il prezzo dell’olio non scenderà

Il prezzo dell’olio certificato ‘Toscano’ non scenderà, attestandosi sui 10,50-10,70 euro al litro all’ingrosso, e sui 15-16 euro per una bottiglia da 750 ml nella grande distribuzione. Ma il prezzo non è un ostacolo per un prodotto che per il 70% viene venduto all’estero. “Dagli Stati Uniti arriva una forte richiesta di olio toscano – ha spiegato il presidente del consorzio dell’olio Toscano Igp, Fabrizio Filippi, presentando la nuova annata – e non possiamo permetterci di perdere questo mercato”.

Sì alla raccolta meccanizzata di varietà toscane

La missione è dunque quella di aumentare le quantità prodotte e per farlo il consorzio, così come la Regione Toscana, guardano alla nascita di coltivazioni intensive e superintensive, da 500 a 2.000 piante per ettaro sistemate come filari, su terreni pianeggianti (soprattutto in Maremma e in Valdichiana), che hanno il vantaggio di permettere la raccolta meccanizzata, e dunque di abbattere i costi. In Toscana sono già stati piantati più di 1.000 ettari. “La sostenibilità ambientale deve andare a braccetto con la sostenibilità economica – ha spiegato Filippi – per questo diciamo ‘sì’ alle coltivazioni intensive, che a differenza di quelle tradizionali assicurano una redditività, ma a una condizione: che siano utilizzate varietà toscane previste dal nostro disciplinare”. Filippi ammette che “negli ultimi anni la ricerca è stata ferma” ma ora promette l’impegno a “selezionare varietà che si adattino alla meccanizzazione, sempre all’interno del disciplinare che ne prevede circa 90”.

Ok alle piantagioni intensive, ma con cultivar toscane

Sulla stessa linea la vicepresidente regionale e assessora all’Agricoltura, Stefania Saccardi: “Non possiamo vietare le piantagioni intensive fatte con varietà spagnole – ha spiegato – ma possiamo dare una premialità nei bandi a chi utilizza varietà ‘locali’. E’ quello che faremo col bando Investimenti”. Saccardi non mette del tutto all’indice le piantagioni intensive, pur riconoscendo alcune criticità: “Se la piantagione intensiva è fatta con cultivar toscane, non ci vedo nulla di male, anche se in alcuni casi questo modificherà il paesaggio – spiega la vicepresidente -. Se invece la piantagione è fatta con cultivar straniere, che usano molta acqua e diserbano col glifosato, l’operazione non mi appassiona”.

Venti ristoranti faranno da ‘ambasciatori’ all’Igp Toscano

Per promuovere l’olio Toscano Igp, il consorzio ha ideato con Airo (associazione internazionale dei ristoranti dell’olio) un progetto per far conoscere le differenze tra un olio tracciato 100% Toscano e un olio comune. Sono stati selezionati 20 ristoranti in Toscana ai quali il consorzio regalerà l’olio, a patto che lo utilizzino per valorizzare una ricetta e spiegare le differenze al pubblico.

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Silvia Pieraccini

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