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Innovazione

15 maggio 2024

Lotta al digital divide, in campo le fondazioni bancarie toscane

Presentate a Firenze le iniziative del Fondo per la Repubblica digitale, con una dotazione (nazionale) di 350 milioni.

Leonardo Testai

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Una dotazione (nazionale) di 350 milioni di euro per progetti formativi volti ad abbattere il digital divide soprattutto fra le categorie più deboli: è quanto mette in campo – anche in Toscana – il Fondo per la Repubblica digitale, che in via sperimentale per gli anni 2022-2026 stanzia tale somma, alimentato da versamenti effettuati dalle fondazioni alle quali è riconosciuto un credito di imposta. Un progetto presentato a Firenze dalla Consulta delle fondazioni di origine bancaria della Toscana insieme ad Acri e al Fondo.

“Nell’attuale contesto fortemente digitalizzato è fondamentale disegnare un nuovo modello di sviluppo basato su innovazione, transizione digitale, equità e sostenibilità sociale che possa essere competitivo per le sfide globali”, ha affermato Carlo Rossi, presidente della Fondazione Mps e della Consulta delle fondazioni toscane. “Siamo in una situazione – ha spiegato Giovanni Azzone, presidente di Acri – in cui per realizzare la nostra missione, che è rendere più forti le nostre comunità, abbiamo bisogno di renderle attrattive in un mondo digitale formando delle persone che abbiano le competenze adatte”.

Operativo dalla fine del 2022, il Fondo ha lanciato i 5 primi bandi, attraverso i quali sono stati finora selezionati e sostenuti 76 percorsi di formazione gratuiti che forniranno le competenze digitali indispensabili, per favorire l’accesso a nuove opportunità lavorative a Neet, donne, disoccupati e inoccupati, lavoratori a rischio disoccupazione causa automazione. “Per attivare progetti con reale impatto sull’occupazione di giovani, donne, disoccupati e categorie fragili – sottolinea Giovanni Fosti, presidente del Fondo -, parte del finanziamento è erogato solo quando i corsi di formazione si tradurranno in contratti di lavoro effettivi o in un concreto miglioramento delle condizioni lavorative”.

“Fondazioni attente ai bisogni dei territori”

Restringendo l’analisi al livello regionale, Rossi ha evidenziato che questa “non è la prima iniziativa” che vede un impegno comune delle fondazioni: “C’è stata quella del Fondo per combattere la povertà educativa – ha detto -, che ha visto una quantità di risorse molto significativa. E’ un’iniziativa che ha visto le fondazioni di origine bancaria mettere molte risorse, e produrre una serie di iniziative a favore dell’infanzia, che è uno dei settori di cui si parla abbastanza poco, ma è di grande rilievo sotto il profilo dell’impegno”.

Il presidente di Fmps, su un piano generale, ha osservato che “per quanto riguarda le fondazioni toscane noi collaboriamo, cerchiamo alcune cose da fare insieme. Una grande risposta, per esempio, è stata l’intervento dopo l’alluvione che ha visto coinvolte tutte le fondazioni toscane. Le fondazioni hanno i loro territori, sono attente ai bisogni, e sono molto brave a individuarli e a dare le loro risposte”.

Autore:

Leonardo Testai

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